Milano

Segreterie ed elezioni provinciali, ecco che cosa succede fronte Pd. Inside

di Fabio Massa

In Lombardia il Partito Democratico pensa a riorganizzarsi, ma è diviso tra riformisti e pro-Schlein

Segreterie ed elezioni provinciali, ecco che cosa succede fronte Pd. Inside

Il pressing su Emilio Del Bono è fortissimo. A tutto campo. Il consigliere regionale, ex sindaco di Brescia, ancora un paio di giorni fa alla riunione di tutte le forze riformiste lombarde, è stato lungamente corteggiato perché scenda in campo come candidato alla segreteria regionale Dem. Non è un segreto che in campo ci sia, già ora, Silvia Roggiani, attuale segretaria metropolitana, sostenuta da tutte le forze vicine alla mozione Schlein e non solo. Roggiani un tempo era parte integrante del gruppo che aveva rappresentato il nocciolo di potere della segreteria metropolitana. Da allora però ha avviato un percorso che negli ultimi anni ha determinato vie autonome. Così, per la segreteria regionale, si potrebbe configurare una sfida interessante tra Del Bono e Roggiani, con mille imbarazzi in svariate correnti. Tra quelli che sostenevano infatti Roggiani segretaria metropolitana c'è il gruppo di Pietro Bussolati che sarebbe sicuramente schierato su Del Bono, tra quelli che oggi sosterrebbero Roggiani segretaria regionale ci sarebbero molti riformisti che dovrebbero confluire nello schieramento di Del Bono.

Lo stesso Pierfrancesco Majorino farebbe fatica, un'ottica di garanzia, a fare una campagna pancia a terra per gli uni o per gli altri. Ha infatti dichiarato mille volte di non voler andare in scontro con Emilio Del Bono, di cui ha la massima stima. Se Del Bono ci sarà, sarà gara vera. Questo pare ovvio, anche se la gran parte delle correnti vorrebbe una soluzione unitaria.

Situazioni intricata anche sul fronte metropolitano

Sul fronte metropolitano, il cui segretario si eleggerà il primo ottobre esattamente come per il regionale, la situazione è egualmente complessa. Il favorito è Alessandro Capelli, proprio in virtù del patto su Roggiani. Tuttavia le ipotesi di Santo Minniti o Giulia Pelucchi agitano da una parte i riformisti dall'altra il gruppo di Paolo Romano, il quale però assicura a tutti che la scelta verrà presa di comune accordo con Pelucchi. Per qualcuno Pelucchi sta pensando di scendere in campo, per altri invece avrebbe già deciso di non correre. In ogni caso il gruppo di cui fa parte anche Gaia Romani si troverà nei prossimi giorni per discutere della questione.

Il rebus province 

Infine c'è la questione delle province. Beppe Sala continua a ripetere che l'ipotesi di legge elettorale per l'elezione diretta del sindaco metropolitano che premia chi arriva al 40 per cento dei voti è stata messa nero su bianco solo perché favorirebbe il centrodestra, oggi sugli scudi. Tuttavia se davvero si arriverà a una sfida in concomitanza con le Europee, sarebbe un test importantissimo sulla tenuta del centrosinistra, che a Milano è sicuramente maggioranza, ma che nell'hinterland potrebbe vedere i rapporti di forza invertiti. E poi: chi potrebbe correre? Si potrebbero scaldare nomi eccellenti. Lo stipendio da presidente della provincia non sarebbe granché, ma la visibilità politica assicurata esattamente come lo era ai tempi di Penati, Moratti e Formigoni.
 







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