Milano

"Il caso giudiziario mi ha causato il cancro". Penati lotta contro la malattia

Penati è stato condannato in appello dalla Corte dei Conti sulla vicenda Milano-Serravalle

Serravalle, Penati: ora ricorso ma la mia battaglia è contro il cancro

Una sentenza "paradossale", ma ora Filippo Penati, condannato in appello dalla Corte dei Conti sulla vicenda Milano-Serravalle ha un'altra battaglia da combattere. "Un anno fa mi è stato riscontrato un cancro, che non è ancora stato sconfitto. Da un anno sto combattendo la sfida più importante della mia vita. I medici mi confermano che tra le cause scatenanti della malattia c'è sicuramente le conseguenze della mia lunga vicenda giudiziaria. Oggi il mio impegno sta tutto qui, delle vicende della Serravalle se ne occuperanno i miei avvocati", dice interpellato dall'Adnkronos.

A una considerazione politica pero' l'ex presidente della Provincia di Milano non rinuncia. "Io e la mia amministrazione - sottolinea - abbiamo avuto un solo obiettivo, cioe' riportare dentro il controllo pubblico un'importante infrastruttura".

Una questione - quella del controllo sulle autostrade - che "oggi mi pare sia tornata all'ordine del giorno del dibattito politico". E comunque, Penati ricorda che gia' due procure (di Milano e Monza) hanno indagato, indagini finite con l'archiviazione, che la Corte dei Conti nel 2015 ha riconosciuto che quanto "pagato per l'acquisto delle azioni della Serravalle ben poteva essere considerato congruo", cosa riconosciuta in una lettera di scuse anche dall'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini e che l'appello (ultimo capitolo di una vicenda che va avanti da 14 anni) e' durato quattro anni. Per quanto riguarda il risarcimento, "io sono qui. Abito in affitto in un appartamento di 55 metri quadrati alla periferia di Sesto e vivo della mia pensione di insegnante e di un modesto vitalizio percepito dopo la mia ventennale attivita' istituzionale in Comune, Provincia e Regione che, con la riforma recente e il passaggio al sistema contributivo mi e' stato aumentato di 18 euro".








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