Sesto, Chittò come Penati nel 1994? Dipende da Caponi. E la moschea...
L'ultima volta che Sesto San Giovanni fu contendibile, in campo c'era un giovane Filippo Penati. Ora Chittò se la vede con Di Stefano, che guarda a Caponi
di Fabio Massa
Quelli con la memoria più lunga ricordano l'ultima volta che Sesto San Giovanni fu contendibile. L'ultima volta che la Stalingrado d'Italia davvero poteva essere espugnata dal centrodestra. Era il 1994, la sfida vedeva opposti un giovane virgulto del Pds, tale Filippo Penati, ed Enrico Rossetti di Forza Italia. Il primo turno andò male, per Penati. Berlusconi dilagava, in Italia, in un terreno devastato da mani pulite. Penati arrivò a quota 38,71 al primo turno. Rossetti, tre quattro punti indietro, al 34,81. Più o meno la distanza tra Chittò e Di Stefano. A quel tempo, Forza Italia andava da sola. La Lega Nord aveva schierato Agnese Maria Pilat, che arrivò a quota 9,39. Al secondo turno, Penati arrivò alla fatidica quota 51,62. Il partito aveva macinato consensi, si erano messi pancia a terra. E Rossetti mancò l'unico obiettivo che davvero doveva raggiungere: corteggiare fino allo sfinimento la Pilat per avere i suoi voti. Così, si fermò al 48,38 per cento.
Roberto Di Stefano è ben consapevole che la sfida si gioca anche sulla speranza di espugnare, finalmente, la Stalingrado d'Italia. Non potrebbe essere altrimenti. Ecco perché si è messo subito a chiamare Giampaolo Caponi, che per adesso nicchia. I solchi scavati in campagna elettorale sono ancora troppo profondi. Troppo dure sono state le parole. Certo, tra i suoi c'è chi vorrebbe la trattativa. Altri invece vogliono andare assolutamente da soli. E lasciare che se la giochino Chittò e Di Stefano senza appoggiare nessuno. Il rischio però è altissimo, di fare una puntata Rossetti bis.
Intanto si analizza il voto, seggio per seggio. E si scopre - ad esempio - che nel quartiere dove dovrebbe sorgere la moschea la Chittò arriva al 30,1 e Di Stefano la tallona al 29,4. Segno che il tema è sentito eccome. Altro segnale importante, nei quartieri popolari, addirittura Di Stefano sorpassa la Chittò (31,9 a 31,2): piccoli segnali deboli, ma decisamente pieni di significato.