Milano

Sfratti prima del Covid. Calano Milano e Lombardia, a soffrire è la provincia

di Francesco Floris per Affaritaliani.it

Massimo Pasquini, segretario nazionale di Unione Inquilini: "Bisogna intervenire sul caro affitti con urgenza”

Sfratti prima del Covid. Calano Milano e Lombardia, a soffrire è la provincia

Sono 2.416 le famiglie sfrattate a Milano nel 2019, prima della crisi Covid. 1.582 i nuovi provvedimenti emanati dal tribunale del capoluogo lo scorso anno e 16.513 le richieste di esecuzione presentate agli ufficiali giudiziari. Questa la fotografia della città secondo i dati sugli sfratti rilasciati dal Ministero dell'Interno il 5 agosto. Cifre in calo rispetto al 2018 che aveva visto un aumento monstre delle esecuzioni (+593,9%) dovuto anche a errori di raccolta dati negli anni precedenti: Milano nel 2019 fa meno 38 per cento sulle nuove sentenze, meno 15 per cento su richieste esecutive e sfratti fisicamente eseguiti con l'ausilio delle forze dell'ordine. Numeri che si riferiscono a Milano e area metropolitana – esclusi alcuni comuni dell'hinterland nord est come Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo di competenza del tribunale di Monza – e che per raccontare la “questione abitativa” vanno sommati a quelli sulle esecuzioni immobiliari e i pignoramenti di case e allo sgombero degli alloggi pubblici occupati abusivamente.

Il trend “positivo” di Milano riflette la situazione nazionale e regionale. In Italia ci sono stati complessivamente 48.543 provvedimenti emessi dai giudici (-13%), 100.595 richieste esecutive (-15%) e 25.930 famiglie allontanate dall'appartamento in affitto sul mercato privato. Nella quasi totalità dei casi si tratta si sfratti per morosità legati all'incapacità di pagare il canone e non a necessità del locatore o per conclusione dei contratti. In Lombardia i grafici sono simili: 7.427 sentenze (-15%), 30.682 richieste esecutive (-20%), 6.076 sfratti eseguiti (-9%). Alcune città che fanno registrare aumenti su alcune voci sono Cremona, Como, Mantova, Pavia e Varese. Ma a colpire è l'eterogeneità territoriale fra i centri urbani e le aree di provincia. Spesso la “questione abitativa” viene legata a dinamiche escludenti delle città per via del caro affitti, la massiccia presenza di turisti o studenti universitari che fanno alzare il mercato immobiliare. I numeri dell'ufficio statistica del Viminale mostrano però un contesto diverso. A Milano città le nuove sentenze sono 595 contro le 753 della provincia. A Bergamo 133 contro 500. A Brescia 238 contro 661. A Lodi 61 contro 139. Uno distanza città-provincia che si ripropone simile su tutti i grandi centri della penisola con le sole eccezioni di Torino (1.220 vs 841) e soprattutto Roma (4.192 vs 1027). La Capitale vive una dinamica tutta propria per via dell'enorme estensione dei confini comunali. “A soffrire è sopratutto la provincia d'Italia” sintetizza ad Affaritaliani.it Miano Massimo Pasquini, segretario nazionale di Unione Inquilini, sigla che ha fatto circolare il report del Viminale.

Per il sindacato “i dati forniti dal Ministero dell’interno segnalano un positivo decremento complessivo degli sfratti anche se incompleti. Resta significativo il fatto che oltre l’80% delle sentenze restano per morosità, segno che per le famiglie oggi in locazione l’offerta di affitti è ancora alta rispetto ai redditi percepiti e che bisogna intervenire sul caro affitti con urgenza”. La preoccupazione è infatti per ciò che potrà avvenire nel 2021 mentre il 2020 sarà una sorta d limbo per via del blocco degli sfratti sancito dal Governo causa Covid e la ridotta attività dei tribunali. Unione Inquilini ha fatto sapere che nella sola città di Roma nelle ultime settimane sono state presentate 100 richieste di udienze per convalida di sfratti per morosità al giorno. A Milano a maggio in 20 giorni sono arrivate 16.965 richieste di aiuto al Comune per il bando di sostegno affitto. Al momento sono state approvate le richieste di 1.637 famiglie beneficiarie per un importo di 1.500 euro spalmati su quattro mesi. Già stanziati altri 6,8 milioni di euro per erogare il contributo ad altre 4.500 famiglie.







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