Milano
Milano, si spacciava dottoressa ma non aveva titoli: denunciata una cinese
Una cinquantenne cinese è stata denunciata con l’accusa di esercizio abusivo della professione medica
Si spacciava dottoressa ma non aveva titoli: denunciata cinquantenne cinese a Milano
Si spacciava dottoressa con tanto di studio medico completo di lettino, medicinali, siringhe e vari attrezzi del mestiere in una delle strade della Chinatown milanese. Ma i poliziotti dell'Ufficio prevenzione generale della Questura hanno sventato la truffa. Una donna cinese, cinquantenne, è stata denunciata con l’accusa di esercizio abusivo della professione medica, reato punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con una multa che va da 10mila a 50mila euro.
La scoperta grazie alle lamentele al 112 di una paziente
A dare l'allarme alle forze dell'ordine è stata una connazionale quarantenne che, domenica mattina, al telefono con il 112, si era lamentata degli scarsi risultati ottenuti dal trattamento prescrittole dalla finta dottoressa con cui aveva scatenato una rissa. Le volanti, insospettite dal racconto veritierio della donna, una volta sul posto, in via Bramante, hanno trovato uno studio medico del tutto sconosciuto, ricavato in alcune stanze di un’abitazione di via Bramante.
Nello studio medico tutti gli attrezzi del mestiere
All’interno dell’appartamento, c’era un vero e proprio studio medico, con tanto di lettino per far sdraiare i pazienti, medicinali (con etichette e bugiardini rigorosamente in mandarino), siringhe e tutti gli strumenti del mestiere. Peccato che la diretta interessata non avesse alcun titolo, tanto che alla fine è stata denunciata con l’accusa di esercizio abusivo della professione medica, reato punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con una multa che va da 10mila a 50mila euro.
Materiale sotto sequestro, indagini su altri presunti pazienti
Tutto il materiale trovato è stato sequestrato dalla polizia. Le indagini proseguiranno con ogni probabilità per capire quanti altri pazienti avesse la dottoressa abusiva e se fossero consapevoli della mancata abilitazione alla professione della cinquantenne.