Milano

Sicurezza, digitalizzazione, green: il dg di Atm racconta il futuro

Fabio Massa

Il sogno di un azienda elettrica e digitalizzata e l'orgoglio di avere oltre il 90 per cento di soddisfazione dei clienti: intervista ad Arrigo Giana, dg di Atm

Sicurezza, digitalizzazione, green: il dg di Atm racconta il futuro

Atm è nella storia dei milanesi ancor più che nella storia di Milano. Non c'è azienda che crei affezione nei cittadini, come quella dei trasporti. Antica, gloriosa, ne ha passate di tutti i colori. Affaritaliani.it intervista, nell'ambito della rassegna "Milano 2025", il direttore generale di Atm Arrigo Giana. Che spiega a che punto siamo ("abbiamo oltre il 90 per cento di soddisfazione dei clienti, ma non siamo ancora pienamente soddisfatti") e qual è il sogno a lungo termine ("avere una Atm elettrica e digitalizzata"). L'INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT MILANO

Come da premessa, se c'è una azienda che storicamente provoca affezione da parte dei milanesi, questa è Atm. Non c'è azienda come Atm che crea quel legame quasi viscerale con i cittadini. Perché secondo lei?
Perché è quella che impatta più direttamente sulla qualità della loro vita.

Atm è stata usata anche dal punto di vista politico per essere modello da opporre a sistemi di altre città che non funzionano. Atm funziona? Quanto siamo vicino all'ottimo?
Spero di fare cosa gradita fornendo una percentuale: Per i clienti, oltre il 90%, visto che è la percentuale di nostri clienti che si dichiarano almeno mediamente soddisfatti del servizio che offriamo. Noi siamo un sistema che funziona bene rispetto ai parametri che vengono misurati per valutare la qualità di un servizio di trasporto pubblico multimodale di un'area urbana.

Quali sono questi parametri?
Quelli classici che misurano frequenza, puntualità e tutte le percezioni dei clienti in termini di comfort, pulizia e sicurezza. In questo ambito Atm funziona perché quelle percentuali sono allineate agli esempi mondiali. Certo è che un sistema così complesso ha la necessità di mantenersi costantemente aggiornato. Questa è l'onda lunga di investimenti efficaci, e oggi abbiamo bisogno di programmare investimenti sugli impianti i cui effetti si vedranno tra 5,6,7 anni.

La politica capisce questo concetto di investimenti a lungo termine?
Il nostro azionista si. E' il management che deve portare all'evidenza della politica, con la necessaria chiarezza, quelle che sono le necessità che non sono prorogabili. Fa parte della responsabilità del nostro ruolo. Siamo noi che dobbiamo collaborare con il Comune nel presidio dei vari livelli decisionali.

Tra le cose che non cambiano ci sono le problematiche specifiche. Una di quelle che pare esserci sempre è la paura. L'articolo con il reportage sulla 90 è sempre lo stesso, da 20 anni a questa parte. Continua ad uscire sui giornali ed è sempre attuale.
Sulla sicurezza iniziamo a separare la due cose. La percezione di sicurezza è un tema, sul quale bisogna lavorare. E poi ci sono i dati sui reati, che sono un'altra cosa. Ovviamente le due facce della medaglia abbisognano di soluzioni differenti. Da una parte i reati diminuiscono, e dall'altra però la percezione di insicurezza aumenta. Ma devo dare una buona notizia: per la prima volta le nostre rilevazioni dicono che anche le percezioni di sicurezza sono migliorate.

Come avete fatto?
Noi facciamo vedere che l'azienda c'è. Aumentando le pattuglie, il numero di controllori, facendo vedere le nostre divise dietro i tornelli. Noi ci siamo, questo è il messaggio. E una divisa Atm comunque influisce sulla sensazione di non essere soli.

Qualche anno fa c'era il problema dei portoghesi. Oggi la situazione com'è?
In metropolitana essendo un sistema chiuso siamo intorno al 1,5 per cento, un dato fisiologico. E con i nuovi investimenti andiamo a sostituire le linee dei tornelli con strutture più alte, tutte antiscavalco. Questo è un tema su cui non abbassiamo la guardia. Sulla superficie abbiamo agito su due leve. Da una parte la parte punitiva, con la percezione di controllo e controllori sul territorio. L'altra leva è insistere sulla tematica etica, che a Milano è molto presente. Campagne comportamentali eccetera. Poi aumenta il numero degli abbonati e questo aiuta molto.

A proposito di abbonamenti. Quest'anno è stata una odissea rinnovarlo.
Tradizionalmente tra fine agosto inizio settembre abbiamo sempre avuto il momento di picco. Quest'anno ci siamo trovati però all'interno di una tempesta perfetta: insieme al picco normale abbiamo avuto il cambio del sistema tariffario. Siamo già intervenuti e stiamo facendo di tutto perché dall'anno prossimo sia a disposizione dei nostri clienti, indipendentemente dal titolo di viaggio, la possibilità di dematerializzarlo. Questo dovrebbe aiutare di molto ad evitare i problemi di quest'anno.

Due anni fa avete accompagnato svolta green annunciando l'acquisto di nuovi mezzi e di una flotta 100 per cento elettrica sul lungo periodo. A che punto siamo?
Siamo in linea con le previsioni. Certo, abbiamo anticipato un tema che poi si è posto perché il tema della mobilità è centrale nella tutela dell'ambiente. Quando si parla di sistemi urbani è la mobilità a farla da padrona. Se non fossimo stati anticipatori vuol dire che eravamo in ritardo. L'amministrazione comunale ci ha ispirato ed è partita tutta la narrazione. Noi stiamo andando avanti. Nel 2025 saremo più o meno a metà dell'opera. Ma posso dire che da qui al 2022 avremo già un numero discreto di mezzi elettrici in un intervento che tuttavia è mastodontico.

Parliamo delle nuove linee della metropolitana: avete preoccupazioni per la gestione futura?
Noi in questo momento siamo reduci dal successo di Copenhagen dove stiamo per iniziare le fasi di mobilization della quarta linea. In questo momento siamo tra i più esperti operatori di metropolitana driverless del mondo. Siamo quelli che ne hanno di più in gestione. E' un punto di eccellenza al quale arriviamo dopo M5 e le tre linee di Copenhagen.

La metropolitana automatica sarà dunque un punto qualificante della storia di Atm come lo fu il tram del 1928?
Milano, e Atm, sono stati precursori. La linea 1 era la linea più avanzata del mondo, il metodo per costruirla è rimasto noto per decenni come metodo Milano. Poi questo primato un po' si è perso, perché forse l'ha perso l'Italia. Ora stiamo tornando ad avere primati mondiali che ci vengono riconosciuti. Questo è uno di quelli

Il rapporto con Trenord com'è?
Il rapporto operativo è ottimo, abbiamo lavorato insieme e ogni volta che c'era un tema comune siamo stati ottimamente insieme. Siamo integrati anche sull'infomobilità. C'è un rapporto personale di stima tra me e Marco (Piuri, ad di Trenord, ndr). Abbiamo lavorato insieme sulla parte del ticketing. Ritengo che indipendentemente da tutto quanto, alla fine chi comanda sianoi clienti

Ultima domanda: come vede Milano nel 2025?
Atm la vedo elettrica e digitalizzata. Con metà della flotta non inquinante e senza biglietti o abbonamenti cartacei in giro. Sarà una rivoluzione per l’Azienda ma anche per la Grande Milano.

fabio.massa@affaritaliani.it








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