Milano
Silenzio nella Milano riformista: il rischio scissione esiste "ma dipende"
Nell'immediato, sotto la pioggerellina mattutina della Milano post primarie, non parla nessuno
Silenzio nella Milano riformista: il rischio scissione esiste "ma dipende"
E adesso? La domanda rimbalza tra una chat e l'altra. A Milano Elly Schlein è vera rivoluzione. Non fosse altro che per un decennio il partito è stato governato dai riformisti, che hanno conquistato la città per due volte dopo Giuliano Pisapia.
Che qualcosa fosse cambiato si era capito già nei circoli
Che qualcosa fosse cambiato si era capito già nei circoli, con la "ragazza prodigio" che era finita avanti di un pugno (anzi meno, 4) di voti. Ora cambia tutto. Il ritorno in città dopo l'esperienza europea di Pierfrancesco Majorino, battuto nettamente alle elezioni regionali ma che non ha mollato un minuto la lotta sui temi (malgrado il partito non abbia fatto nessuna analisi della sconfitta con un tempo usava fare), è un preludio a quello che succederà. Perché l'obiettivo adesso sono la segreteria metropolitana e quella regionale.
A governare il traffico ci sarà sicuramente Franco Mirabelli
A governare il traffico ci sarà sicuramente Franco Mirabelli, unico tra i big di un tempo (gli altri erano tutti con Bonaccini) a schierarsi dal primo istante anima e corpo per Elly. E i riformisti?I riformisti "escono"? I riformisti "se ne vanno"? Sono le uniche domande che rimbalzano nella Milano del centro, divisa tra radical e personalità che invece avrebbero voluto, in una prima battuta Moratti su Majorino salvo poi rimanere direttamente a casa in una astensione che credevano utile e si è dimostrata inutile anch'essa. Loro per ora stanno alla finestra.
Nell'immediato, sotto la pioggerellina mattutina della Milano post primarie, non parla nessuno
Nell'immediato, sotto la pioggerellina mattutina della Milano post primarie, non parla nessuno. Ci sono decisioni da prendere. C'è da traccheggiare. Difficile che qualcuno annunci spaccature. A partire da Pierfrancesco Maran, assessore alla Casa del Comune di Milano che aveva sicuramente sostenuto Bonaccini e che è stato a lungo uno dei più corteggiati dal Terzo Polo. Ecco, il Terzo Polo. E' suonata quasi come una profezia (per altri, una sciagura) l'intervista di Letizia Moratti al Corriere. Smaltita la delusione, con un tempismo eccezionale aveva annunciato che rimaneva in campo per il progetto centrista.
A ben vedere, ragionano i riformisti, adesso la scelta non è nel campo loro
Mariastella Gelmini aveva già incontrato tutti i dirigenti milanesi dell'area riformista. Primo giro prima delle elezioni, secondo giro in procinto di iniziare dopo le primarie? Possibile, probabile, ce lo si aspetta. A ben vedere, ragionano i riformisti, adesso la scelta non è nel campo loro. E' nel campo avverso, quello dei seguaci di Elly Schlein. Quanto saranno inclusivi? O quanto vorranno una vera e propria cancel culture delle parole d'ordine? C'è solo una frase che mette d'accordo tutti, da una parte e l'altra di piazzetta San Fedele: finalmente è il momento della verità.
fabio.massa@affaritaliani.it