Milano

Six si trasferisce nel cuore di Portanuova

Krystel Lowell

Design, food, beverage e, per la prima volta, musica: il creativity hub, che ha saputo sorprendere Milano, si sposta nel cuore di Portanuova

Six si trasferisce nel cuore di Portanuova

Six lascia gli storici spazi délabré e ricchi di fascino di Via Scaldasole e si sposta in via Mike Bongiorno 13 nel cuore di Portanuova, il quartiere che rappresenta il nuovo volto di Milano simbolo della città che cambia e guarda al futuro. Lo spazio creativo, nato da un’idea dell’imprenditore Mauro Orlandelli, dove design, food, beverage e music si fondono, cambia indirizzo e look pur mantenendo la stessa vocazione di creativity hub e il DNA che l’ha contraddistinto sin dalla sua nascita nel settembre 2017, facendone un format vincente.

La filosofia di cucina e il cocktail bar

La cucina, realizzata con la consulenza di Andrea Colombo, mette la tecnologia a servizio della qualità e si fonda su: ingredienti a base biologica, rispetto della stagionalità, vicinanza, zero sprechi, massima freschezza e autenticità. A cui si aggiungono, preparazioni a bassa temperatura in sottovuoto, utilizzo di cotture ad infrarosso modulato e conservazione in atmosfera modificata, che garantiscono una maggiore conservazione mantenendo alta la qualità.

La direzione gastronomica si orienta verso il recupero dei grandi classici della cucina mediterranea

La direzione gastronomica si orienta verso il recupero dei grandi classici della cucina mediterranea, magistralmente eseguiti con la stessa cura del fatto in casa, a cui si affiancano i piatti della cucina internazionale.

Lo chef, Jacopo Calcagnile, ha strutturato un’offerta fluida per il lunch che ruota attorno a quindici piatti

Lo chef, Jacopo Calcagnile, ha strutturato un’offerta fluida per il lunch che ruota attorno a quindici piatti, adatta anche alle business occasion. Il menù serale, invece, parte da una base Made in Italy ma prevede anche numerose incursioni nell’ambito delle differenti culture culinarie. Brunch domenicale curato in ogni dettaglio e all’insegna dell’Italian taste.

La regia del cocktail bar è sempre affidata a Gabriele Dodi

La regia del cocktail bar è sempre affidata a Gabriele Dodi (barman e mixologist di Six), che utilizzerà le nuove tecniche di fermentazione e sottovuoto per creare una serie di drink tailor-made abbinati ad un menù ad hoc. Infusioni, preparazioni cotte e ispirate alla cucina molecolare, chiarificazioni e fat washing che puntano tutto sulla parte aromatica e di flavour.

Tutto il personale indosserà uniformi progettate con la consulenza stilistica di Marianna Redaelli. Samuele Savio si è occupato, invece, dell’art direction e dell’immagine con il supporto del team di Choice Studio, agenzia partner di tutti i progetti di Six. La nuova Six, si prepara nelle intenzioni e nei fatti a diventare ancora una volta meta di riferimento in città.

Il progetto di dehor

Il dehor, assolutamente innovativo, mira ad azzerare le differenze tra outdoor e indoor ed è firmato da Francesco Rota che si è occupato del concept, del progetto degli interni, degli esterni, degli arredi e dei complementi.

Gli spazi - dove pezzi di design made to measure sono sapientemente mixati con quelli danesi, di ricerca e anni Cinquanta, tutti acquistabili, si caratterizzano per modularità e ricovertibilità. Le grandi superfici vetrate li aprono alla città e alle sue due anime: quella storica del quartiere Isola e quella contemporanea dei grandi palazzi vetrati che circondano piazza Gae Aulenti.

Anche le due anime di Six - quella storicamente bohémienne e quella odierna più metropolitana -, coesistono in un progetto dove il verde, in netto contrasto con il modo yuppie, la fa da padrone e dove la libertà dell’esterno conquista l’interno, così come il comfort tipico dell’indoor si riflette nell’outdoor.

Lo scenografico bancone di 15 metri in pietra lavica rappresenta il fulcro simbolico della nuova Six, alle sue spalle si apre il tunnel cantina, in scandole di cedro, che cela la zona più privata e preziosa dove sono esposte le bottiglie di vini pregiati, gli champagne, i distillati, il cigar dispenser, le special collection, i sex toy d’autore e i pezzi unici.

Diverse isole, caratterizzate da sedute e piani di differenti altezze, identificano le diverse possibili occasioni d’uso: business lunch/dinner, formale/informale con tavoli in sharing, private event, music party.

Il terrarium, una grande vasca arredata con vasi di erbe aromatiche e spezie utilizzate per la cucina e i cocktail, è intervallato da lunghi piani di legno e accoglie gli ospiti in una terra di mezzo, una sorta di sliding door tra interno e esterno.

Pure il dehor è caratterizzato da un arredo personalizzato e da una passerella ponte circondata da grandi vasi, disegnati da Rota. I vasi nei toni dei verdi o dei grigi sono arricchiti da finiture a smalto o naturali e si coordinano perfettamente con gli ombrelloni, cupole in scala disegnate ad hoc, e con le sedute lounge.  Ombrelloni e sedute sono rivestite da tessuti realizzate su disegno dell’architetto e prodotti appositamente da FIDIVI, che si mimetizzano perfettamente tra gli alberi a basso, medio e alto fusto che sfumano sulla facciata.

Luci calde e soffuse da teatro, illuminano i materiali utilizzati per gli arredi: legno, ceramica, pietra, metalli verniciati, ottone, ferro crudo, lamiera, tessuto e pelle, mentre i pavimenti sono realizzati con un impasto cementizio a grana grossa riquadrato da listelli in ottone.

La progettazione del verde

Alla progettazione del verde, affidata all’architetto paesaggista Francesca Scalise, è stato dato un ampio spazio anche per bilanciare l’aspetto futurista del building. La nuova Six mantiene un cuore green che si esprime al meglio in un progetto che, senza soluzione di continuità, passa dall’interno all’esterno.

Sono state selezionate essenze arboree sempreverdi di Cinnamomum Camphora accompagnate da piante a foglia caduca interessanti per il loro mutare e fiorire nelle diverse stagioni, come Heptacodiume Chionanthus.

Nella stagione invernale trasparenze, giochi di luce, intrecci e ramificazione metteranno in evidenza le essenze indoor, in particolare le grandi Chamaedorea Elegans e di Ficus Australis, che può arrivare anche a otto metri di altezza. La progettista gioca volutamente con piante “fuori scala” che si integrano perfettamente con il contesto esterno e interno dove tutto, a partire dall’imponente bancone, si distingue per sovradimensioni. L'impianto del verde esterno è completato da arbusti che aiuteranno a dare continuità alle fioriture durante l'anno e dagli aromi, disseminate alla base delle grandi piante che potranno essere utilizzate nelle preparazioni in cucina







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