Milano

Smembrato e bruciato a Milano, il terzo complice catturato in Francia

Accoltellato, fatto a pezzi e bruciato in Bovisasca dopo una lite ad una festa di amici in una casa della Bovisasca: arrestato in Francia il terzo complice

Omicidio in Bovisasca: fermato un terzo complice

La polizia ha inoltre arrestato a Rungis, sud di Parigi, un colombiano di 21 anni accusato di essere complice dei due assassini dell'uomo ucciso nel quartiere Bovisasca. L'arrestato, insieme con altri due colombiani fermati a Milano, uno di 38 e uno di 21 anni, è accusato di aver ucciso, bruciato e fatto a pezzi un uomo la sera del 30 marzo tra le palazzine popolari di via Cascina dei Prati, alla Bovisasca. Colpito con due coltellate, agonizzante, l'uomo è stato trascinato in una stanza della villetta di via Carlo Carrà dove stava facendo festa con un gruppo di colombiani. E mentre qualcuno lavava la strada per togliere il sangue, gli altri due hanno smembrato il cadavere a colpi di accetta e lo hanno messo in un trolley per poi gettarlo in un vicino cassonetto.

Smembrato e bruciato a Milano, interrogatori per i due colombiani accusati

Il piu' giovane, 21enne, era stato preso nella serata di domenica (il giorno dopo l'omicidio) a Malpensa mentre stava per imbarcarsi nel giro di minuti verso Madrid; il 38enne invece, inizialmente considerato colui che ha materialmente accoltellato l'uomo uccidendolo, e' stato preso mentre girovagava per Milano e cercava di allontanarsi da luogo del delitto, ovvero la villetta dove lui stesso abitava in via Carlo Carra' e dove e' avvenuta la lite culminata con il terribile gesto.

Secondo le ultime informazioni, l'autore materiale dell'omicidio sarebbe il 21enne colombiano fermato in aeroporto a Malpensa, a differenza di quanto riferito ieri dagli inquirenti. Il giovane era in Italia da un mese con un visto turistico e non compare negli archivi della polizia italiana. Sarebbe stato dunque lui ad accoltellare alla gola e al petto la vittima, dopo una grigliata organizzata in casa del 38enne (che invece risiede in Italia da molto tempo e ha alle spalle 3 denunce per furto). Il piu' anziano dunque avrebbe ricoperto il ruolo di complice nel fare a pezzi e nel trasportare il cadavere fino al gabbiotto dove poi e' stato trovato carbonizzato. Abitando nella villetta di via Carlo Carra' 11 insieme alla famiglia, conosceva il deposito di rifiuti che si trovava ad appena 800 metri da casa sua. L'accetta con la quale e' stato smembrato ancora sporca di sangue e' stata trovata proprio nel giardino di casa, insieme al carrello sul quale e' stata caricata la valigia che conteneva i resti. Un anziano testimone ha raccontato alla polizia di aver visto degli uomini pulire a terra proprio fuori dalla villetta. Nell'abitazione inoltre si cerca il coltello da cucina con cui e' avvenuto il delitto.

Spunta un nuovo movente

Il giovane colombiano, ucciso a coltellate, mutilato e carbonizzato sarebbe stato ammazzato "per punirlo del fatto che si era messo in contatto con Tony", un altro colombiano, "per aiutarlo" a non farsi trovare da chi lo stava cercando, ovvero gli altri partecipanti alla festa nella casa di via Carlo Carra'. E' quanto si legge nell'ordinanza del gip Manuela Scudieri a carico di due dei tre fermati nell'inchiesta legata al caso. Sempre secondo l'ordinanza, la testimone principale dell'indagine sarebbe la compagna di William Gomez Arango - finito in carcere per aver aiutato gli altri due colombiani a tagliare il corpo - che viveva con lui nella casa dove aveva organizzato una grigliata. La donna ha raccontato dettagli macabri, tra cui il fatto di aver visto  la vittima appoggiato a dei sacchi di plastica con la gola tagliata. Tra uno dei fermati e 'Tony' ci sarebbe stato un contrasto per un "tentato omicidio" subito in Argentina.








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