Milano

“Sono esempio del nuovo M5S. Battaglie su diritti, disabilità e sanità"

di Nicolò Rubeis

"In Regione le liste d’attesa sono infinite e questo è sotto gli occhi di tutti. Se non hai i soldi non ti riesci a curare". L'intervista di Affaritaliani.it

“Sono esempio del nuovo M5S. Battaglie su diritti, disabilità e sanità"

Avvocato e giornalista, Paola Pizzighini è uno dei volti nuovi del M5s nel Consiglio regionale della Lombardia. Ha lavorato per dieci anni come funzionario sindacale in Assolombarda e altri sette anni in Expo 2015 S.p.a. come responsabile delle relazioni sindacali. "Sono l'esempio del nuovo corso del Movimento. Ho sempre pensato che l’importante sia trovare soluzioni da una parte e dell'altra, anche lavorando con le associazioni datoriali". In un'intervista ad Affaritaliani.it Milano Pizzighini assicura che darà battaglia sui diritti civili, sulla disabilità e sulla sanità: "In Regione le liste d’attesa sono infinite e questo è sotto gli occhi di tutti. Se non hai i soldi non ti riesci a curare".

Pizzighini, perché ha scelto proprio il M5s?

Non ho avuto dubbi. Mi sono accorta che il M5s era veramente una forza politica speciale e innovativa. In tutti gli altri partiti l'organizzazione della struttura, compresi i candidati, è decisa dall'alto con le persone scelte dalle direzioni. Qui si parte dal basso: qualsiasi cittadino, con il suo impegno, può mettersi a disposizione. Siamo l'unica forza politica che ha questo approccio.

Capitolo diritti civili.

Faremo un’opposizione costruttiva. Il 13 aprile avremo un incontro per la comunità Lgbtq+, ci sarà anche Luca Paladini (consigliere del Patto Civico - Lista Majorino, ndr) e stiamo cercando di coinvolgere tutte le opposizioni. Come temevamo c'è una deriva un po' regressiva con il governo a guida Meloni e penso che si ripeterà anche in Lombardia con questa giunta che è decisamente di destra.

Da Milano è partita la battaglia per la registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali, dopo lo stop del Viminale.

Eravamo in piazza anche noi. Questa vicenda è uno degli esempi di cui parlo: c'è una regressione ma anche un atteggiamento per cui se c'è un problema - e lo abbiamo visto anche sul 110% - mettono un bel divieto invece di cercare soluzioni.

Ieri in Aula la votazione sulle commissioni. Quella che si occupa di Sanità è stata spacchettata in due parti.

La programmazione sanitaria e le politiche sociali sono temi strettamente connessi. Dividerli su due commissioni creerà delle problematiche. Il timore è che lo spacchettamento sia stato fatto non tanto per lavorare in maniera più fluida, quanto per avere delle poltrone in più.

In Lombardia, però, il M5s fatica a spiccare il volo. Prevale ancora la narrazione per cui voi siete 'quelli dei no'?

Il M5s è nato come movimento 'contro' e di protesta. Ma siamo una forza molto fluida. Il grandissimo lavoro che bisognerà fare deve avere come obiettivo il radicamento sul territorio. Lo abbiamo visto anche alle regionali. Il centrodestra ha proposto di nuovo Attilio Fontana, forse perché non avevano più nessuno da presentare. Eppure ha preso il 54%.

Ha trovato una spiegazione?

Mi sono chiesta come sia potuto accadere e mi sono resa conto, andando nei mercati e parlando con le persone, che c'è sempre quel qualunquismo nel dire 'siete tutti uguali'. Alcuni sostenevano che le liste d'attesa sono un problema generale e che preferivano votare una persona che già conoscevano, anche se le cose non andavano bene. L'unica spiegazione è questa.

Come opposizioni siete partiti compatti con il Pd e con il Patto civico di Majorino. Con i consiglieri che sostenevano Letizia Moratti come è il rapporto?

Il nostro gruppo di centrosinistra è compatto, quello di Moratti un po' randomico. Non hanno ancora capito che ruolo giocare. Adesso cercheremo di lavorare bene con il Pd e con le altre forze con cui ci siamo presentati alle elezioni. Vediamo se riusciamo ad attirare nella nostra orbita anche gli altri.







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