Sorpresa! Ci sono anche i No-Nav. Contrari alla riapertura dei Navigli
Beppe Sala ha inserito come "sogno" nel suo programma elettorale la riapertura dei Navigli. E ora...
di Fabio Massa
Chiamateli, se volete "No Nav". Un po' per fare il verso ai No-Tav, ovviamente. Un po' perché ad oggi, sono composti da un pugno di persone che vuole divulgare un punto di vista diverso sulla riapertura dei Navigli, che Beppe Sala ha inserito come "sogno" nel suo programma elettorale e che adesso ha cominciato il suo iter amministrativo raccogliendo - de facto - una quasi unanimità a livello ideale. Certo, il Movimento 5 Stelle ha espresso una contrarietà "economica", a livello di risorse. Ma i No Nav, capeggiati dal consigliere forzista Fabrizio De Pasquale, sostengono in radice che l'idea di riaprire i Navigli sia sbagliata. Perché? "I Navigli non torneranno mica quelli dell'Ottocento - spiega ad Affari - In compenso avremo cinque vasche e un tubo che corre sotto. Una gigantesca operazione di arredo urbano. Gigantesca come il suo costo". Solo una questione finanziaria, quindi? "No, io sento la responsabilità di evitare che la superficialità dei tanti che vogliono la riapertura metta a repentaglio lo scorrimento del traffico. Io non ho alcuna sudditanza culturale rispetto a chi vuole riaprire i Navigli. Loro creeranno un caos pazzesco in tutta la Milano Romana, e in mezzo al centro storico, rendendo inaccessibili la Statale, il Tribunale, l'ospedale. Si stravolgerà la circolazione e le linee tranviarie". De Pasquale non è solo, dice. "Con me ci sono professori ed esperti, come l'ex sovrintendente Artioli. Lui sostiene che quando i Navigli sono stati chiusi, sopra sono state posate lastre di cemento armato. Per demolire quelle piastre si creerebbero vibrazioni pericolosissime a palazzo che hanno più di un secolo". La battaglia del Naviglio è appena cominciata.
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