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Sorpresa! Il Pm10 a Milano (e in Lombardia) è in calo da vent’anni

Andrea Muratore

A Milano in 20 anni la media di emissioni di Pm10 è scesa di oltre il 40%. Ma l'Oms ha cambiato i suoi parametri e per"sforare" basta meno. Arpa conferma

Sorpresa! Il Pm10 a Milano (e in Lombardia) è in calo da vent’anni

Il particolato PM10 in Lombardia? Da anni è in calo. Mentre le nuove norme dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) lasciano comunque emergere soglie di tolleranza più stringenti rispetto al passato. I dati dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (Arpa) parlano chiaro e nei giorni della querelle nata dalla diffusione della classifica dell’azienda svizzera IQAir sull’inquinamento a Milano a fare chiarezza ci ha pensato Matteo Villa, ricercatore dell’Ispi. Il quale sul suo profilo X ha analizzato con attenzione l’evoluzione del quantitativo di PM10 nell’aria registrato nelle città capoluogo della Lombardia negli ultimi vent’anni prendendo a riferimento, per ognuna, la peggior stazione per performance.

 

Il costante calo del Pm10 a Milano (e in Lombardia)

Ebbene, i dati dei capoluoghi raccontano che a Milano dal 2003 al 2023 la media di particolato PM10 nell’aria è passato, nei punti culmine per insalubrità, da 55 a 32 microgrammi per metro cubo di aria di media (-41,8%), a Bergamo da 54 a 26 (-51,9%), a Brescia da 51 a 31 (-39,2%). Il calo è stato tale ovunque, con Lecco e Varese ultime in Lombardia oggigiorno con 19 e 20 microgrammi rispettivamente per le due città. Milano è addirittura seconda in Lombardia alla pari con Mantova, appena sotto Cremona ove nonostante il primo posto con 33 microgrammi il calo è sensibile (-40%) rispetto ai 55 di inizio secolo e imputabile soprattutto alla svolta green dell’acciaieria Arvedi presente in città.

Diminuiscono i giorni in cui viene superata la soglia massima

I dati ARPA parlano di un contesto che vede, in ogni caso, decisamente diminuire anche le giornate in cui avviene il superamento della soglia massima per la salubrità dell’aria. Mediamente in Lombardia esse sono passate da circa 200 a circa 70 contando la media regionale in vent’anni. “Considerando l’intera Regione il numero di giorni di superamento più elevato nel 2023 è stato registrato nella stazione di Soresina (CR) e nella stazione industriale di Rezzato (BS) entrambe con 72 giorni sopra il limite”, riporta il rapporto ARPA sulla qualità dell’aria.

Parliamo di due aree non legate alle grandi conurbazioni e in cui altri fattori oltre all’attività industriale, come le condizioni meteorologiche e la presenza di altri centri d’inquinamento meno visibili a un primo sguardo, come gli allevamenti, possono incidere.  Anche per quanto riguarda il PM2,5 di cui la ricerca IQAir fa il punto focale per il suo punteggio per l’inquinamento i cali, consultabili sul rapporto ARPA, sono simili.

Aria in Lombardia: i parametri sono in miglioramento ma restano critici

I nuovi tipi di auto, la crescente transizione energetica, la corsa all’efficientamento degli edifici e nuove abitudini di mobilità concorrono nel dettare la linea per un’aria più sana. Questo non vuol dire certamente che la Lombardia sia divenuta una vallata alpina dei tempi premoderni, tutt’altro. I parametri restano ancora critici, per quanto in miglioramento. A maggior ragione se pensiamo che nel 2021 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stretto le maglie per definire quelli che sono da indicare come giorni di superamento delle polveri sottili: per la precisione, sul fronte delle medie, il valore annuale passa da 20 a 15 microgrammi per metro cubo, quello sulle 24 ore da 50 a 45.

Pianura padana "condannata" dalla sua conformazione

La media di Milano, per fare un esempio, sfora di molto queste soglie anche sul fronte annuo. Ma se nel 2023 era 2,75 volte più alta di parametri molto più generosi, oggi è “solo” 2,13 volte dei parametri più stringenti. Questo, lo ripetiamo, nelle stazioni ove si trova il clima peggiore. Brescia passa da un rapporto di 2,55 a uno di 2,07; Bergamo da 2,7 a 1,73. “Questo non significa che in Pianura Padana non resti ancora tanto da fare”, ha sottolineato Villa commentando i dati. Demografia, orografia e tessuto economico pesano molto. Ma i dati scientifici, guardati attentamente, ci indicano “che possiamo guardare al futuro con molto più ottimismo di quello che ci fanno immaginare i media”. E questa è di per sé una notizia che spesso si trascura.

Arpa Lombardia conferma: "Episodio critico in corso, ma situazione migliore rispetto al passato"

Dal proprio sito Arpa Lombardia conferma nella serata di martedì 20 febbraio quello che può apparire un paradosso:  "L’episodio critico di questi giorni, con condizioni meteorologiche spesso sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti a causa dell’orografia del territorio sommate alla presenza di tutte le sorgenti più importanti (traffico, riscaldamento, in particolare se a legna, industria ma anche agricoltura con lo spandimento dei liquami di origine zootecnica), è tipico di questo periodo".

La nota prosegue: "Le Alpi e gli Appennini chiudono la pianura padana su tre lati determinando la velocità del vento tra le più basse d’Europa, con la formazione di frequenti inversioni termiche notturne . Si crea così una situazione in cui le emissioni di tutto il bacino ristagnano con valori di concentrazione di particolato elevati ed omogenei in tutto il territorio. Durante lo scorso anno le precipitazioni di gennaio e diversi episodi di Foehn a febbraio hanno evitato il verificarsi di questa situazione, che è purtroppo frequente in questi primi mesi. Ciò che sta avvenendo è confrontabile in linea generale con quanto rilevato gli anni scorsi e migliore di quanto si misurava cinque, dieci o vent’anni fa".







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