Milano
Spionaggio a Milano: monitoravano zone sensibili della città per gli 007 russi, indagati 2 imprenditori
I due imprenditori brianzoli avrebbero collaborato con l’intelligence russa, monitorando installazioni militari e zone critiche a Milano e Roma
Spionaggio a Milano: monitoravano zone sensibili della città per gli 007 russi, indagati 2 imprenditori
Due imprenditori italiani, un 34enne e un 60enne della Brianza, sono finiti al centro di un'indagine per presunta collaborazione con i servizi segreti russi. Secondo gli inquirenti, i due avrebbero accettato pagamenti in criptovalute per raccogliere informazioni sensibili su Milano, incluse aree non coperte da telecamere di sorveglianza, installazioni militari e tecnologie legate alla sicurezza elettronica. Con l'obiettivo di fornire dati strategici all’intelligence di Mosca.
Le accuse: corruzione aggravata e finalità di terrorismo
L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco, ha portato alla contestazione di reati gravissimi: corruzione aggravata con finalità di terrorismo ed eversione. I due indagati avrebbero agito mossi non solo dal profitto, ma anche da motivazioni politiche, dimostrandosi apertamente contrari al sostegno occidentale all’Ucraina e alla politica filo-Zelensky.
Un piano orchestrato tra deep web e Telegram
Le prime tracce del presunto reclutamento risalgono ai primi mesi del 2023. Secondo le autorità, gli imprenditori sarebbero stati contattati da agenti russi tramite il deep web e poi attraverso la piattaforma Telegram. Le comunicazioni hanno portato alla definizione di un piano dettagliato per raccogliere e trasmettere dati sensibili, che includevano documentazione classificata e fotografie di installazioni strategiche.
Zone "grigie" e dash cam
Uno degli obiettivi principali del piano, secondo quanto emerso dalle indagini, era la mappatura delle "zone grigie" di Milano e Roma, cioè aree non coperte dai sistemi di videosorveglianza. Inoltre, i due indagati avrebbero proposto alle cooperative di taxi di Milano l’installazione gratuita di dash cam. Queste telecamere, però, avrebbero trasmesso i dati raccolti direttamente all’intelligence russa, all’insaputa dei tassisti.
Le accuse trovano riscontro nelle prove acquisite dagli investigatori, che hanno sequestrato dispositivi elettronici come computer, tablet e telefoni durante le perquisizioni. Su questi dispositivi sono state individuate tracce di pagamenti in criptovalute riconducibili agli 007 russi.