Spostamento Città della Salute? Ipotesi addio a Sesto, ok a Rho
Città della Salute nell'ex area Falck, in Regione si fa strada una nuova ipotesi: chiudere e portare tutto a Rho
di Fabio Massa
Lo statement ufficiale della Bizzi&Partners è preciso: “Non sappiamo nulla. Stiamo andando avanti come da cronoprogramma. Nei primi mesi del 2017 il Comune dovrebbe cedere a Regione i terreni bonificati. Per quanto ci riguarda il progetto della Città della salute e della ricerca va avanti”. L’argomento, ovviamente, è quello della grande opera che dovrebbe essere realizzata a Sesto San Giovanni, su progetto di Renzo Piano. Una struttura in vetro, acciaio e cemento strettamente inserita nel parco: un ospedale da più di 600 posti letto con un costo di circa 500 milioni di euro da realizzare nelle aree ex Falck, dove un tempo si lavorava l’acciaio e dove - prima di “vincere” la gara con Milano nel 2012 - era previsto solo un grande parco “vuoto”. Il problema è che dal 2012 tante cose sono cambiate. Le più rilevanti? La decisione di Matteo Renzi di concentrare su una parte dell’area post-Expo lo Human Technopole, per creare un polo della ricerca senza pari nel nord Italia. E così, ragionano alcuni in Regione, la Città della Salute e della Ricerca “perderebbe” la Ricerca, poiché si inizia a ipotizzare di spostarla tutta nei grandi spazi ben infrastrutturati, già ripuliti, di Rho. Poi, altra novità portata a termine solo una settimana fa, i tre fratelli sauditi del gruppo Fawaz si sono comprati una fetta rilevante delle ex Falck non interessate dalla Città della salute, ma dalla Città dello shopping. Insomma, per i terreni di Bizzi un “volano” saudita che di fatto si aggiunge a quello di Regione Lombardia. Regione Lombardia che ha anche registrato, il 12 maggio 2016, poco più di un mese fa, una magistrale intervista di Renzo Piano a Giangiacomo Schiavi del Corriere della Sera nella quale, di fatto, l’archistar deponeva la matita (“Non ho più la matita in mano”, e ancora “Io non sono più il progettista”) proprio a causa dell’arrivo dei sauditi.
E quindi? Quindi, secondo quanto può riferire Affaritaliani.it da fonti riservate, in Regione Lombardia si starebbe facendo strada una seconda ipotesi. Di chiudere tutto e portare tutto dall’altra parte, a Rho. Ipotesi radicale, ovviamente. Non priva di complessità, giacché i lavori sono già stati assegnati a Condotte, e l’addio non sarebbe indolore. Ma - si vocifera a Palazzo Lombardia - perfettamente logica. Per quale motivo spendere quasi mezzo miliardo di euro su Sesto San Giovanni quando si potrebbe “concentrare” tutto a Rho, dove l’area è immensa e va valorizzata in tempi brevi? In fondo, con gli arabi in circolazione, di certo per Sesto San Giovanni esiste una opzione B comunque di un certo rilievo, anche se probabilmente di minor fascino rispetto al progetto di Piano. C’è chi dice che qualche chiacchiera informale è stata fatta anche con il proprietario delle aree (Bizzi). Ma la dichiarazione è netta: “Non sappiamo niente, proseguiamo secondo cronoprogramma”. Se son rose (per Rho), spunteranno presto anche le spine per Sesto San Giovanni.
@FabioAMassa
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