Milano

Stadio Milan, assessore di San Donato:"Conta il progetto, non gli investitori"

di Eleonora Bufoli

L’assessore alla Mobilità Mistretta sullo stadio del Milan sereno sull'eventuale ingresso di soci arabi nel Milan: "Noi valutiamo il progetto". L'intervista

Stadio Milan, l'assessore Mistretta di San Donato: "Conta il progetto, non gli investitori"

Intervistato giovedì dal Foglio, il sindaco di San Donato Milanese Francesco Squeri è tornato a parlare della possibile realizzazione dello stadio del Milan nel suo Comune come di una "occasione di crescita straordinaria". Diversi ancora i nodi da sciogliere. Non ultimo, la sostenibilità economica dell'operazione, che vale circa un miliardo. Un tema inevitabilmente legato a doppio filo al possibile ingresso di nuovi soci arabi nel club rossonero. Ed alle loro idee riguardo al progetto nel suo complesso. Affaritaliani.it Milano ne ha parlato con Massimiliano Mistretta, assessore alle Opere Pubbliche e Mobilità di San Donato:  “Il Comune non decide su un progetto in base ai futuri possibili investitori. Il Milan fa un investimento e noi valutiamo il progetto di investimento in fase di accordo di programma”. Mistretta pone l’attenzione sulla necessità di un progetto sostenibile e che possa essere portato a compimento. Sull’eventualità dell’ingresso nella società calcistica Milan di investitori e fondi arabi, l’assessore taglia corto e invita a fare valutazioni solo su fatti concreti.

Cosa cambierebbe per il progetto se dovessero entrare in campo eventuali investitori arabi nell’acquisto del Milan?

Mi baso sui fatti. Lo stadio è investimento di un privato che fa le sue valutazioni. Il progetto dello stadio è per il Milan produttivo, non è un investimento a perdere. Il progetto dello stadio è funzionale alla capacità economica del Milan, che sceglie di farsi uno stadio perché trova più conveniente averne uno di proprietà e poter gestire anche il comparto commerciale-attrattivo: è un investimento produttivo. Lo stadio è funzionale a rendere sostenibile il comparto AC Milan. In sede di accordo di programma il Milan dovrà fornire un piano economico finanziario per mostrare che l’investimento si possa realizzare e non rimanere incompiuto. Dovranno presentare tutta la documentazione del caso e questi sono gli elementi che verranno valutati. Ad oggi da parte della pubblica amministrazione non è previsto che ci siano valutazioni su chi mette i soldi. Fermo restando ovviamente che l’investimento provenga da un fondo lecito e legittimato. Se è in regola, non ritengo che dobbiamo entrare su valutazioni e se il finanziamento provenga da un fondo piuttosto che un altro.

E i cittadini di San Donato come vedono l’eventuale nuovo stadio del Milan?

Il dibattuto pubblico non è previsto in questo caso perché questa è un’opera privata. Noi ci teniamo comunque ad avviare un percorso partecipativo, siccome è un’opera molto importante che coinvolge tutto il territorio. Vogliamo presentare i contenuti progettuali, ascoltare i cittadini in merito alle preoccupazioni, e le proposte che possono identificare per migliorare il progetto. Porteremo così sul tavolo dell’accordo di programma anche i contenuti che emergono da questo percorso partecipativo fatto con i cittadini.

I cittadini stanno già facendo emergere possibili difficoltà e criticità

Le difficoltà che stanno già emergendo sono quelle infrastrutturali e legate alla viabilità. Vogliamo trovare risposte che consentano di arrivare allo stadio prevalentemente con i mezzi pubblici. Servono le condizioni per far arrivare prevalentemente con i mezzi pubblici. Abbiamo il vantaggio di avere sul perimetro dell’area di San Francesco la stazione e la ferrovia, anche se al momento fermano pochi treni. È fondamentale dunque implementare i treni, per far sì che le persone possano arrivare con questo mezzo allo stadio.

E chi usa un mezzo di spostamento privato, ci saranno problemi per il parcheggio?

Chi arriverà in macchina, anche se dobbiamo far sì che sia il numero minore possibile, potrà parcheggiare al di sotto del podio che è realizzato sulla superficie dell’area di San Francesco. Il podio è questa specie di piazza pubblica da cui si accede per andare allo stadio. Sotto la piazza ci sono due piani di parcheggio: quindi già lì c’è una quota di oltre 3mila posti. Al di fuori hanno ipotizzato la creazione di 700 stalli in quelle aree che sono all’interno del Parco Agricolo. Poi ci sono parcheggi esistenti sul territorio, come quelli della stazione o dell’Eni. Ampie aree anche in via XXV aprile, collegate con le navette allo stadio. Questi possono essere computati negli standard del Coni che prevede che per una capienza di 70mila posti debbano esserci almeno 13mila parcheggi. L’obiettivo è di fornire gli standard ma fare in modo che le persone non arrivino in macchina.

Come verrà gestita la sicurezza di 70mila persone?

Abitualmente quando ci sono eventi importanti si fanno per la sicurezza convezioni con i comuni limitrofi, per mettere a disposizione le risorse della polizia locale. L’intervento di sicurezza è comunque svolto dalle forze dell’ordine, polizia e carabinieri. Milano è interessata dal punto di vista del territorio, in quanto la metropolitana di San Donato e Rogoredo sono del Comune e lo stadio è sul confine: il territorio è quasi tutto nel Comune di Milano. Milano dovrà intervenire dunque nella gestione di traffico e sicurezza delle zone di confine. Ci dovrà essere l’accordo di coordinamento tra Milano e San Donato. Inoltre, l’area di San Francesco è collocata in ambito extra alla zona urbana per cui anche la necessità di agenti di polizia locale rispetto a quella che viene usata a San Siro è molto più bassa perché non dobbiamo gestire l’area tutta intorno allo stadio ma solo su un lato: l’area di San Francesco si colloca al confine con il Parco Agricolo, che è un ambito non urbanizzato. Qui la gestione dell’ordine e della sicurezza è meno impattante rispetto a San Siro.

Un altro aspetto da tenere in considerazione è l’impatto ambientale dello stadio. Come si potrebbe mitigare?

C’è sicuramente l’interessamento del Parco Agricolo, in una zona in cui prevedono possibilità di realizzare parcheggi, in quantità contenuta in quanto sono previsti 700 stalli e realizzati nelle norme del Parco Agricolo, quindi ad esempio alberati per mitigare l’impatto delle auto. Lo stadio rispetta le norme previste dal Parco Agricolo, e l’impatto è limitato alla zona esterna e marginale dove è prevista la realizzazione dei parcheggi. Un altro impatto ambientale da tenere in considerazione è quello delle auto. Il traffico verrà prodotto dallo stadio. Vorremmo che le emissioni di co2 trovassero compensazione all’interno del progetto, ad esempio implementando l’efficientamento energetico degli edifici comunali. Il palazzo comunale è energivoro ad oggi e se lo efficientassimo con questo progetto, ridurremmo la produzione di co2 da parte nostra per compensare quella prodotta dall’afflusso delle auto. Infine, le aree impermeabilizzate posso essere compensate con due meccanismi: o quella che il Milan acquisisca e ceda al Comune aree su cui è prevista la realizzazione di interventi urbanistici e le cedano verdi così che non si facciano gli interventi urbanistici e si abbassi il consumi di suolo sul territorio, oppure andando a depavimentare aree del territorio e restituirle alla collettività come area verde pubblica.

I cittadini verranno consultati con un referendum?

In questa fase l’amministrazione si sta concentrando sul percorso partecipativo e non sul referendum. Oggi siamo in una fase ancora preliminare, non è stata ancora fatta la richiesta di apertura dell’accordo di programma. Potremmo teoricamente anche trovarci nella situazione per cui l’accordo di programma non parte perché qualche ente coinvolto decide di non aderire all’accordo di programma. I cittadini hanno presentato richiesta di referendum consultivo sull’dea di fare uno stadio. Ci sarà l’iter previsto che valuterà la proposta, e la riterrà o meno oggetto di materia referendaria. Non tutte le materie lo sono, come quelle tributarie e urbanistiche. Inoltre, i cittadini di San Donato non possono esprimersi su materie che coinvolgono non solo il comune di San Donato, ci sono delle limitazioni. C’è un’apposita commissione di garanti, terza e imparziale. Non è un collegio di parte comunale. È un processo normato e definito che farà il suo corso.

Quali sono i prossimi appuntamenti?

Ci sarà il consiglio comunale, il 22 o 23 febbraio. Non era un passaggio dovuto ma l’amministrazione ci teneva a fare questo passaggio in cui formalmente comunica al consiglio comunale che il sindaco procederà con la richiesta dell’accordo di programma. Il sindaco procederà con la richiesta di accordo di programma agli enti da coinvolgere: sicuramente ci sarà Regione Lombardia, Città Metropolitana, Ferrovie, quest’ultima fondamentale perché l’intervento sulla stazione è necessario. Gli enti a cui è indirizzata la richiesta di accordo dovranno aderire. Poi si avvierà il percorso amministrativo, che ha una durata massima di 2 anni. Una volta terminato, dovrà essere ratificato al consiglio comunale, perché l’oggetto è la variante urbanistica e necessita la ratifica del consiglio comunale.

Cosa rappresenterebbe lo stadio per il vostro territorio?

È un’opportunità, legata anche alla notorietà della squadra. Porta visibilità e attenzione su tutto il territorio del sud di Milano, è una ricchezza. Molte realtà aziendali se ne sono andate a Milano. Siamo in una fase di declino in cui le aziende se ne vanno a Milano e lo stadio porterebbe di nuovo attenzione a questo territorio. Inoltre incrementerebbe la linea del passante ferroviario S1/S12, che costeggia San Francesco e non funziona tanto bene, ci sono pochi treni e i pendolari si lamentano. Non ci sono mai stati investimenti su quella linea. Ma se li ci fosse un’area attrattiva che richiama attenzione, ci sarebbe un investimento ipotizzato in 40-50 milioni per la ferrovia. Se arriva qualcosa che mette al centro il territorio, è un valore per tutti.







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