Milano
Stadio, Milan e Inter pensano a Sesto. Segrate dice no, Sala preoccupato
L'arrivo del manager Giuseppe Bonomi fa riprendere quota all'opzione Sesto San Giovanni. Il sindaco di Segrate dice no
San Siro, l'arrivo di Giuseppe Bonomi
Alla fine tanto tuonò che (quasi) piovve. L'addio di Giuseppe Bonomi, manager ex Sea e soprattutto responsabile della ripresa del progetto dell'area ex Falck, avrà conseguenze importanti per Milano. Famoso per essere l'uomo che rimette in carreggiata i progetti fermi con le quattro frecce, è stato chiamato da Paolo Scaroni, numero uno del MIlan, per cercare di risolvere lo stallo del nuovo stadio. E sta facendo quello che era logico facesse: sta seriamente pensando di portar via il progetto da San Siro per collocarlo in altri luoghi. Oggi il Corriere della Sera, con Maurizio Giannattasio, dà conto di tre opzioni sul tavolo. Ma di fatto - secondo quanto può riferire Affari - ce ne è una sola vera: Sesto San Giovanni, appunto. Una Sesto dove l'instabilità politica è bassa (Roberto Di Stefano rischia di vincere a mani basse a fronte di un'opposizione che potrebbe schierare addirittura cinque alternative), dove ormai lo sviluppo immobiliare è ripreso, e dove non ci sono consultazioni, referendum, conflitti ad alta e bassa intensità dentro e fuori la giunta, come invece sta succedendo a Milano, in un impasto di questioni personali (Monguzzi e Corbani, per dirne due) e questioni politiche anche motivate.
San Siro, Segrate dice no
A confermare questa impostazione (o San Siro oppure Sesto San Giovanni) è il sindaco di Segrate (una delle tre opzioni disponibili), Paolo Micheli, che su Facebook scrive chiaramente: Stadio? "No, grazie. Saremmo tutti molto contenti se Ibrahimovic venisse ad abitare a Segrate. Ma alla possibilitàm riapparsa tra le notizie di oggi, dello spostamento a Segrate dello stadio del MIlan e dell'Inter dico francamente: "No grazie, proprio no". L'area interessata è ovviamente l'area Westfield. I tempi di realizzazione del mega centro commerciale sono stati allungati dalla pandemia e forse ora di nuovo rallentati dalla folle invasione dell'Ucraina ma l'interesse alla concretizzazione dle grande intervento economico ed occupazionale mi è stata più volte confermata". Insomma, rimane il centro commerciale, niente stadio.
E a questo punto? A questo punto il cerino ce l'ha Beppe Sala. Perché non ci saranno tre opzioni, ma sicuramente Sesto San Giovanni sarebbe più che contenta di ospitare il nuovo Meazza. Senza Verdi, senza consultazione, senza ritardi. E se va via da Milano, Sala che cosa se ne fa dello stadio? Uno scenario da incubo...