Milano

Stadio, rush finale di Milan e Inter. Incognite? Ricorso al Tar e voto 2021

Nuovo San Siro, questione di ore per il progetto definitivo. Ma cosa succede se slitta il voto milanese del 2021?

di Francesco Floris

Arriverà nei prossimi giorni il progetto definitivo di Milan e Inter per il nuovo stadio di Milano a San Siro. Lo ha detto il Presidente del Milan Paolo Scaroni in occasione dell'assemblea dei soci dei rossoneri. Un documento da parte dei club dovrebbe giungere nel giro di poche ore dalle parti del Comune, garantisce ad Affaritaliani.it Milano una fonte ben informata sul dossier stadio. Tre i tasselli fondamentali: nuovo impianto; rifunzionalizzazione del Meazza e riduzione delle volumetrie rispetto al progetto iniziale. Nodi da sciogliere per venire incontro ai desiderata della giunta milanese. Lo scorso autunno invece il consiglio comunale aveva condizionato il proprio “sì” al progetto a 16 paletti. Tra cui proprio la riduzione delle volumetrie e la rifunzionalizzazione della “Scala del Calcio”. Palazzo Marino avrà comunque l'ultima parola. La domanda che molti si fanno è: quando la avrà? Prima o dopo le elezioni del 2021? E come entrerà la “partita Stadio” nell'imminente campagna elettorale per Milano?

 

Secondo quanto può riferire Affaritaliani.it Milano rossoneri e nerazzurri avrebbero inizialmente voluto un voto in consiglio comunale dopo le elezioni di maggio 2021. Un tentativo di incontrare una maggioranza politica più “morbida” nei confronti delle squadre, visto che a oggi diversi consiglieri del Partito democratico sono apertamente contrari o mostrano perplessità sugli aspetti urbanistici e finanziari dell'operazione San Siro. Il covid però ha scombinato le carte anche dei grandi progetti in città. Se per ragioni di sicurezza legate alla pandemia, le elezioni comunali del 2021 non fossero a maggio ma diversi mesi dopo (a settembre, come ipotizzato dallo stesso sindaco Beppe Sala facendo l'esempio delle elezioni regionali di quest'anno slittate in avanti), Milan e Inter a quel punto spingerebbero sull'acceleratore per un voto a Palazzo Marino già nel 2021. Con l'attuale maggioranza politica di centrosinistra.

 

Tra gli oppositori totali ai piani dei club calcistici ci sono da una parte un pezzo di “antimafia” milanese, rappresentata dal consigliere del Pd David Gentili e da Nando Dalla Chiesa, che chiedono trasparenza e garanzie sugli effettivi proprietari delle squadre che si trovano dietro ai fondi che controllano Milan e Inter. “Sapere chi sono i veri proprietari di Milan e Inter. Cosa che pare difficilissima” ha scritto Dalla Chiesa sul Fatto Quotidiano rivolgendosi a Beppe Sala. Dall'altra parte i Verdi e il comitato “Gruppo Verde San Siro” che seppur con percorsi diversi si preparano a dare battaglia: il partito ambientalista ha lanciato un crowdfunding per presentare un nuovo ricorso al Tar per “blindare” San Siro. In mezzo settimane turbolente. Come può riferire Affaritaliani.it Milano che ha visionato alcuni documenti del Ministero dei Beni culturali, la commissione tecnico-scientifica del Ministero presieduta dallo storico dell'arte Tomaso Montanari e chiamata a dare il proprio parere sul Meazza per un vincolo storico-relazionale (una particolare forma di tutela), ha dato ragione a comitati e cittadini contrari al nuovo stadio. Un parere non vincolante e che in quanto tale non ha trovato il favore invece di Federica Galloni, Direttrice Generale del ministero per la Direzione Archeologia, Belle Arti e Paesaggio.

 

Mentre si attende di capire gli sviluppi burocratici, si muovo già i grandi attori immobiliari di Milano. Su quella che è una delle principali partite milanesi, dal valore superiore a un miliardo di euro di investimenti. Secondo quanto riporta Milano Finanza c'è più di un soggetto interessato al maxi progetto di Milan e Inter che oltre allo stadio prevede anche la realizzazione di un business park, un hotel e residenze dentro un quartiere in profonda trasformazione (ad esempio Hines ha rilevato a fine aprile l'area del “Trotto” per farne un distretto residenziale). Il nome che fa MF è quello di Webuild (ex Salini Impregilo), che ha già realizzato otto stadi nella lunga storia del gruppo, compresi il “Meazza” e l’Olimpico di Roma. E nel Consiglio di Amministrazione del Milan è entrato Massimo Ferrari, general manager di Webuild, membro dell’Associazione dei Piccoli Azionisti e anche consigliere di Tim che è partecipata da Elliott (il fondo proprietario del Milan) seppur con una quota ridotta. Chi attende novità sul dossier, sempre secondo MF, è anche Coima di Manfredi Catella. Che in questi giorni aspetta anche l'esito della gara su Scalo Romana dove sorgerà il Villaggio Olimpico per il i Giochi di Milano-Cortina 2026 e dove è data super favorita per l'aggiudicazione.







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