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Stadio San Siro

Stadio San Siro, respinte le due richieste di referendum

Il Collegio dei Garanti del Comune di Milano, presieduto dall’avvocato Paola Giulia Belloli e composto anche dall’avvocato Marco Luigi di Tolle e dal professor Edoardo Raffiotta, ha dichiarato inammissibili entrambe le richieste referendarie presentate dal Comitato promotore Referendum x San Siro, depositate in prima istanza nel febbraio 2022. QUI IL DOCUMENTO INTEGRALE

I Garanti: "L'oggetto del referendum non persiste più"

Il progetto di Milan e Inter di rifacimento dello stadio San Siro su cui la giunta di Milano ha votato la dichiarazione di pubblico interesse nel 2021 "non potrà né dovrà più esser sottoposto all'approvazione finale" da parte del Comune di Milano perché nel 2023 è stata votata un'altra delibera che è "esplicita e inequivocabile nel richiedere tante e tali modifiche e integrazioni da comportare l'abbandono definitivo delle soluzioni progettuali precedenti".  Così il Collegio motiva il proprio no. "In sostanza - scrivono i tre Garanti - quanto deliberato nel 2023 già di per sé elide la dichiarazione di pubblico interesse" la cui "abrogazione" è "implicita". "L'oggetto sostanziale del referendum abrogativo" non "perisiste più" se non "continuando a esistere solo sul piano formale" e "in astratto", concludono dichiarando "inamissibile" per difetto di "ragionevolezza" l'idea di un referendum in città.

Dal momento che la Soprintendenza dei beni culturali della Lombardia ha riconosciuto la sussistenza del vincolo di interesse culturale sul secondo anello dello stadio di San Siro, che scattera' coi 70 anni della struttura nel 2025, il referendum popolare per chiedere la salvaguardia dell'impianto "non avrebbe senso".

Il Comitato promotore Referendum x San Siro: "Il Comune impugni la decisione del collegio"

Cosi' commenta a riguardo Veronica Dini, avvocata del Comitato promotore Referendum x San Siro: "Nel merito la decisione non sorprende, che il collegio non volesse fare questo referendum era evidente, ma sorprendono e lasciano le basite le motivazioni che pero' dovrebbero preoccupare piu' il Comune che noi". Riflette Dini: "Il comitato prende atto che anche per il Comune il vincolo va bene, il parere della soprintendenza va bene, che il progetto e' stato abbandonato e con gioia dice: allora non si fa il referendum. Pero', a questo punto, mi aspetto che l'amministrazione comunale impugni la decisione del collegio altrimenti si trova con la mano destra a impugnare il vincolo della Soprintendenza e con la mano sinistra a dire meno male che c'e' (il vincolo, ndr) cosi' non facciamo il referendum. Allora il Comune deve decidere con quale mano scrivere", conclude l'avvocata.

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