Milano

Stadio, tutto tace (e si rimanda): non si deciderà fino a metà '21

di Fabio Massa

Nuovo stadio: da un punto di vista normativo Milan e Inter hanno la strada spianata. Ma non ci sono movimenti in vista. Decisione rinviata dopo le elezioni

Stadio, tutto tace (e si rimanda): non si deciderà fino a metà '21

La Sovrintendenza aveva già dato il via libera al nuovo stadio, dicendo - come aveva anticipato Affaritaliani.it Milano - che il caro e vecchio Meazza non aveva alcun valore architettonico. A ribadire il concetto è recentemente arrivata anche una nuova legge, che pone il problema della sostenibilità economica per le squadre di calcio al primo posto rispetto al possibile valore storico degli impianti. "Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali tiene conto che l’esigenza di preservare il valore testimoniale dell’impianto è recessiva rispetto all’esigenza di garantire la funzionalità dell’impianto medesimo ai fini della sicurezza, della salute e della incolumità pubbliche, nonché dell’adeguamento agli standard internazionali e della sostenibilità economico – finanziaria dell’impianto", recita la legge.

Insomma, da un punto di vista normativo Milan e Inter hanno la strada spianata. Tuttavia non pare ci siano movimenti in vista. Anche perché la scelta di uno dei due progetti (Populous o Manica/Sportium) da un punto di vista amministrativo non cambia l'iter. Un iter che, secondo quanto riferiscono fonti qualificate ad Affaritaliani.it Milano, già pone una decisione da parte del consiglio comunale al di fuori del perimetro della legislatura. Tradotto: sarà il prossimo consiglio, l'estate prossima, a doversi pronunciare. Con maggioranze magari analoghe e magari no, e con lo stesso sindaco (se decidesse di ricandidarsi e fosse riconfermato) o magari no. La partita è tutta sulle volumetrie. L'indice di edificabilità deve passare da 0,67 a 0,51, così come richiesto dal consiglio cittadino. Non una cosa da poco, che rivoluziona l'intero progetto. Eppure, come si diceva, nulla si muove. C'è chi è convinto che le squadre abbiano deciso di prendere tempo dopo la bufera del Coronavirus. E c'è pure chi è convinto che qualcuno possa sperare in una maggioranza diversa e più ricettiva di quella attuale, per riportare gli indici a una profittabilità più alta. Più edificazione uguale più guadagno per le società. Un tema al quale il Milan è sempre stato molto sensibile, esponendosi anche in prima persona con il suo presidente, Paolo Scaroni. Lo stesso Scaroni aveva incontrato Matteo Salvini alcuni mesi fa e la Lega aveva cessato le ostilità, andando a preferire una linea più morbida nei confronti del nuovo stadio. Adesso, il silenzio su tutta la linea, in attesa della scelta del progetto ma soprattutto del taglio degli indici che è il vero problema amministrativo sul quale, ormai con ragionevole certezza, non ci sarà nessuna decisione fino a metà 2021.

fabio.massa@affaritaliani.it








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