Milano
Stadio, un voto assai pericoloso: i consiglieri e la Corte dei Conti. Commento

Lunedì prossimo si voterà la pubblica utilità per il progetto del nuovo stadio di San Siro: un atto da non prendere alla leggera. Caso Serravalle docet
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Per il caso Serravalle, dopo dieci anni, i membri della giunta presenti al voto favore per l'acquisto delle quote sono stati condannati dalla Corte dei Conti a rifondere 4,45 milioni. Ognuno. Ripeto: ognuno di loro deve restituire allo stato 4 milioni e mezzo. Fare gli assessori, o i consiglieri - giacché la norma vale anche per il consiglio - è un lavoro difficile. E spesso poco pagato per i rischi che comporta. Per capirsi: se in consiglio comunale passa una norma che poi la Corte dei Conti reputa essere stata un danno per la città, i giudici possono chiedere ai consiglieri che hanno votato a favore di rifondere attingendo dalle proprie finanze. Senza discutere se questo sia giusto o sbagliato, c'è da dire che è bene per ogni consigliere formarsi, almeno sulle questioni particolarmente scottanti, un'opinione molto ben definita. Tra poco, lunedì prossimo, si voterà la pubblica utilità per il progetto del nuovo stadio di San Siro. Attenzione: non è l'atto conclusivo, ma l'atto iniziale del percorso. Un percorso che, appunto, attesta la pubblica utilità della proposta, da rivedere ed emendare, di Milan e Inter. La domanda per i consiglieri è semplice: siamo sicuri che sia di pubblica utilità far edificare in un quartiere per fare uno stadio nuovo dato in gestione alle squadre per 90 anni? Siamo sicuri che sia di pubblica utilità rendere inutilizzabile (perché obsoleto e perché se c'è uno stadio nuovo non si usa il vecchio) l'attuale struttura comunale, di fatto così deprezzandola a zero? Io non lo so, la questione è complessa. Ma so una cosa. Se fossi un consigliere e non avessi un'opinione definita lunedì prossimo, giorno del voto, me ne starei a casa.