Stalking, giudici: persecutori pericolosi come mafiosi. E' la prima volta
Il principio, stabilito per la prima volta in Italia, prevede che a un persecutore possa essere applicata la sorveglianza speciale come ai boss
Stalking, giudici: persecutori pericolosi come mafiosi
In un Paese "dove un quarto degli omicidi volontari riguarda casi di femminicidio", uno stalker puo' essere trattato alla stregua di un mafioso ed essere sottoposto a misure di sorveglianza speciali anche senza condanna, tra cui quella di "mantenersi ad almeno 1000 metri di distanza" dalla donna perseguitata. E' questo il senso di una innovativa decisione firmata dal Tribunale di Sorveglianza di Milano (presidente Fabio Roia) che accoglie la richiesta della Questura di applicare per la prima volta a uno stalker una norma del codice antimafia cosi' come riformato nel 2017.
Una modifica che ha allargato l'applicazione del codice antimafia anche, tra gli altri, al reato di 'atti persecutori', aggiungendosi a quelli 'tradizionali' contro lo Stato, l'ordinamento della Repubblica, l'ordine pubblico e la pubblica sicurezza. La vicenda e' quella di un 24 enne filippino, ai domiciliari (dopo un periodo in carcere) dal febbraio scorso per violenza sessuale, accusa per la quale si trova a processo. Ma la misura del Tribunale di Sorveglianza non riguarda il reato di violenza sessuale bensi' quello di 'atti persecutori' del quale, scrive la Questura, il giovane filippino "si e' reso responsabile ai danni della ex compagna sia durante la loro convivenza sia dopo la rottura del loro rapporto, mostrando nelle diverse occasioni un'indole violenta e prevaricatrice nei confronti della donna".
"Pur non essendo ancora stato condannato per i fatti contestati - e' il ragionamento degli inquirenti condiviso dai giudici - i gravi indizi di colpevolezza risultano ben consolidati". Tanto che ne attestano la sua "pericolosita' sociale" da cui deriva la possibilita' di applicare le misure di sorveglianza speciale, tra cui mantenersi ad almeno un km di distanza dalla ex compagna, non avere con lei contatti telefonici, telematici o altro, non allontanarsi dalla propria dimora "senza preavviso", "darsi alla ricerca di un lavoro, vivere onestamente, rispettare le leggi, non associarsi a persone che hanno subito condanne o sono sottoposte a misure di sicurezza e/o prevenzione".
Commenti