Milano

Stilista impiccata a Milano, la Cassazione: "Non si può imputare la morte all'ex compagno"

redazione ​​​

Le motivazioni con cui i giudici di Cassazione hanno rigettato i ricorsi contro l'assoluzione in secondo grado di Marco Venturi, ex compagno di Carlotta Benusiglio

Stilista impiccata a Milano, la Cassazione: "Non si può imputare la morte all'ex compagno"
 


"Non vi e', in definitiva, spazio alcuno per considerare il suicidio come una conseguenza non voluta ma comunque concausata dalla condotta dell'imputato peraltro priva, sul piano oggettivo, delle caratteristiche necessarie per essere qualificata come persecutoria. Sul piano soggettivo da nessun elemento si ricava che l'imputato abbia previsto le intenzioni autolesive della vittima". L'hanno scritto i giudici della prima sezione penale della Cassazione nelle motivazioni della sentenza di rigetto dei ricorsi della Procura generale di Milano e delle parti civili contro la decisione della Corte di assise d'appello di Milano che aveva assolto Marco Venturi dall'accusa di morte in conseguenza di altro reato, lo stalking, dell'ex compagna Carlotta Benusiglio.


 
 Milano, la stilista trovata impiccata nei giardini di piazza Napoli


 
 La donna era stata trovata impiccata a un albero con una sciarpa nei giardini di piazza Napoli a Milano la notte tra il 30 e il 31 maggio 2016. "Logica e convincente - hanno premesso i supremi giudici - e' anche la principale critica rivolta alla ricostruzione operata dalla sentenza di primo grado, ossia di essere affetta da una contraddizione insuperabile: non puo' contemporaneamente sostenersi che l'imputato, da una parte, ha, pedinandola ossessivamente fino ai minuti immediatamente precedenti al gesto suicidario, posto in essere gli ultimi atti della condotta persecutoria idonea, per la sua protrazione nel tempo e gli effetti destabilizzanti prodotti sulla Benusiglio, a determinare quale evento non voluto la morte per suicidio di quest'ultima e, dall'altra, rimproverare a Venturi a titolo di colpa di non essersi attivato, una volta accortosi delle precarie condizioni psicologiche in cui la stessa versava, per evitare il gesto suicidario trattenendosi in sua compagnia e accompagnarla fino a casa".








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