Milano
Stilista impiccata: pm chiede processo per ex compagno
La ragazza era stata trovata impiccata ad un albero di piazza Napoli a Milano il 31 maggio 2016
Stilista impiccata: pm chiede processo per ex compagno
La Procura di Milano ha chiesto nuovamente il processo per Marco Venturi, l'ex compagno della stilista Carlotta Benusiglio, trovata impiccata ad un albero di piazza Napoli a Milano il 31 maggio 2016. Il caso, seguito dal pm Gianfranco Gallo, e' passato nelle mani della collega Francesca Crupi, che ha inoltrato la richiesta anche per stalking e lesioni contro la fidanzata (nel periodo 2014-2016). Ora il caso torna nelle mani di un gup (la giudice Raffaella Mascarino).
Tuttavia le bocciature alle richieste di arresto per l'uomo avanzate dalla Procura milanese sono gia' state tre: il primo no era arrivato dal gip a marzo del 2020; poi si era pronunciato il Riesame a seguito della chiusura indagine, e infine la negazione era arrivata dalla Suprema Corte, che il 12 febbraio scorso aveva dichiarato inammissibile il ricorso. La vicenda era cominciata subito dopo il ritrovamento della donna impiccata con una sciarpa nel parchetto pubblico nella notte tra il 30 e il 31 maggio 2016: le prime indagini avevano fatto pensare ad un'ipotesi di istigazione al suicidio. Il caso era quindi stato riaperto con l'accusa di omicidio contro il 44enne, e le nuove indagini del pm Gallo (che a sua volta aveva ereditato il fascicolo dal collega Cristillo) erano state chiuse a ottobre, con un unico nome fra gli indagati: proprio quello di Venturi. Nell'ipotesi della Procura era stato lui a strangolarla per poi inscenare l'impiccagione. A contribuire all'asfissia sarebbe stata anche la sindrome di Eagle, della quale soffriva la stilista (una malformazione alle ossa del collo), deceduta subito dopo. Tuttavia, appena due giorni dopo, il Riesame aveva ritenuto che non ci fossero "gravi indizi di colpevolezza contro l'uomo", confermando il rigetto della richiesta di misura cautelare in carcere. Per il collegio del Riesame, presieduto dalla giudice Mannocci, "gli elementi acquisiti dai consulenti" non consentivano di attribuire la morte al 44enne. Sulla stessa linea la pg della Corte di Cassazione, Elisabetta Ceniccola, che aveva ottenuto l'inammissibilita'.