Milano
Caso Benusiglio, stilista impiccata a Milano: assolto l'ex in via definitiva
La Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi proposti dalla procura generale di Milano e dalle parti civili, la madre e la sorella di Benusiglio
Caso Benusiglio, stilista impiccata a Milano: assolto l'ex in via definitiva
E' definitiva la sentenza di assoluzione per Marco Venturi dall'accusa di morte in conseguenza di altro reato, lo stalking, dell'ex compagna Carlotta Benusiglio, trovata impiccata a un albero con una sciarpa nei giardini di piazza Napoli a Milano la notte tra il 30 e il 31 maggio 2016. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione dichiarando inammissibili i ricorsi proposti dalla procura generale di Milano e dalle parti civili, la madre e la sorella di Benusiglio.
Le parti civili avevano chiesto di annullare la sentenza di appello
Il sostituto procuratore generale di Cassazione Luca Tampieri aveva chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso in Cassazione della Procura generale di Milano contro l'assoluzione emessa dalla Corte di assise di appello. Una sentenza che aveva ribaltato quella di condanna a 6 anni di reclusione inflitta in abbreviato dalla gup Raffaella Mascarino. Sia in primo grado che in appello era stato chiesto per Venturi, difeso dagli avvocati Andrea Belotti e Veronica Rasoli, di ritenerlo colpevole di omicidio volontario della stilista 37enne. L'indagine sulla morte di Benusiglio ha avuto un iter procedimentale tortuoso con una prima richiesta di archiviazione firmata dall'allora procuratore aggiunto Alberto Nobili e dal pm Antonio Cristillo, revocata dal pm Gianfranco Gallo. Nel ottobre 2020 il sostituto procuratore, nel frattempo passato a Roma, ha chiuso le indagini nei confronti di Venturi contestandogli l'omicidio volontario dell'ex compagna oltre le lesioni aggravate e atti persecutori. In particolare, stando alla ricostruzione dell'accusa Venturi, allora 40enne, avrebbe strangolato la ex al culmine di una lite "per futili motivi con dolo d'impeto, stringendole al collo una sciarpa oppure il proprio braccio". La ragazza era affetta dalla sindrome di Eagle, una rara patologia che colpisce i legamenti del collo, e questo avrebbe fatto da concausa all'asfissia da strangolamento. Una ricostruzione portata avanti dalla collega Francesca Crupi nel processo con rito abbreviato. Durante il giudizio e' stata eseguita anche una perizia su una sagoma ripresa dalla telecamera "Napoli 13" nelle vicinanze dell'albero a cui e' stata trovata morta impiccata. L'esperto nominato dal giudice l'aveva ritenuta un "artefatto da comprensione".