Milano
Strage del Bardo, Touil si dichiara innocente: "Non ho fatto nulla"
Si è conclusa l'udienza di convalida per l'identificazione di Abdel Majid Touil, presso il carcere di San Vittore in cui si trova in isolamento da martedì, giorno del suo arresto. Il giovane gia' al suo ingresso a San Vittore subito dopo l'arresto a Gaggiano per il mandato di cattura internazionale emesso dalla Tunisia si era detto estraneo ai fatti: "non ho fatto nulla, che ci faccio qui" avrebbe detto e oggi lo ha ribadito. "Touil - ha spiegato al termine dell'interrogatorio l'avvocato Silvia Fiorentino - si e' proclamato innocente e parlato del suo arresto come di un errore". "Da febbraio, quando sono arrivato sono sempre stato in Italia". E' quanto ha raccontato Abdel Majid Touil, arrivato in Italia a febbraio, a Porto Empedocle, su un barcone insieme ad altri 90 migranti ed arrestato martedi' a Gaggiano, nel Milanese, non lontano dall'abitazione della madre. Il giovane ha saputo solo oggi di essere accusato di "terrorismo internazionale". Lo ha spiegato il suo avvocato.
"HA SCOPERTO OGGI DI COSA E' ACCUSATO"/ Parlando del suo assistito, il legale ha detto: "Sta bene compatibilmente con la situazione, sta bene come starei io se fossi portata in carcere e accusata di terrorismo internazionale, avendolo saputo per altro solo oggi perche' ieri non abbiamo potuto comunicare visto che non era ancora stato autorizzato l'interprete. Per la prima volta ci ho potuto parlare bene e compiutamente oggi dopo l'interrogatorio". Il giovane marocchino ha quindi confermato al legale la sua presenza in Italia e non a Tunisi il 18 marzo, giorno della strage. Touil "veniva in Italia per ricongiungersi alla famiglia", ha spiegato Fiorentino. "Sono in contatto con i suoi familiari, li ho visti ieri e li vedro' oggi", ha aggiunto il legale. Che ha quindi parlato anche di possibili tempistiche: "Le autorita' tunisine hanno 40 giorni di tempo per mandare formalmente la richiesta di estradizione. "Da quando gli atti arrivano alla Procura, il procuratore generale ha 3 mesi per depositare una requisitoria, dopo di che viene stabilita un'udienza per discutere nel merito dell'estradizione". Silvia Fiorentino che si augura pero' che in questo caso le procedure possano essere piu' celeri.
TRASFERITO AD OPERA/ Touil è stato trasferito dal carcere di San Vittore a Milano a quello di Opera, alle porte della citta'. Il giovane si trova adesso in una cella di alta sicurezza. Il trasferimento e' motivato dalla tipologia del reato contestato che richiede un circuito di alta sicurezza di cui solo Opera e' dotato nei dintorni di Milano. Il carcere di San Vittore e' invece dotato di un circuito di media sicurezza. La posizione del marocchino nell'attentato al museo del Bardo, a Tunisi, e' all'attenzione anche della procura di Roma. Il pm Francesco Scavo, titolare delle indagini sui fatti del 18 marzo scorso, ha disposto una serie di accertamenti per capire quanto sia coinvolto nella vicenda il 22enne africano arrestato a Milano. Il magistrato ha intenzione di esaminare anche gli atti che le autorita' tunisine trasmetteranno a quelle italiane per sollecitare l'estradizione di Touil.
'L'udienza-interrogatorio' in carcere era iniziata poco prima di mezzogiorno ed e' durata un paio d'ore. Prevedeva la procedura di identificazione ufficiale del giovane e l'eventuale suo consenso all'estradizione. Consenso che il giovane ha negato. Si tratta comunque, davanti ai giudici della V Corte d'appello di Milano, del primo 'gradino' di un iter complesso che portera' allo 'svelamento' completo delle prove solo dopo che la Tunisia chiedera' all'Italia di estradare il ragazzo e i giudici entreranno nel merito delle accuse per la decisione finale. I tempi sono lunghi, ci potrebbe volere anche un mese. Quella dell'estradizione per Touil, rinchiuso in isolamento da martedi', appare comunque per ora un'ipotesi molto remota. Questo per due ragioni: la Tunisia e' una nazione dove vige la pena di morte e l'Italia dovrebbe avere la certezza che non venga applicata al giovane in caso di estradizione; la giurisdizione della magistratura italiana (Procura di Roma) 'vincerebbe' su quella nordafricana nel caso ci fossero prove a carico di Touil per la presenza di 4 connazionali tra le vittime.
LE INDAGINI IN ITALIA/Gli inquirenti italiano hanno tuttavia ormai pochi dubbi sulla presenza di Abdel Majid Touil in Italia il 18 marzo scorso, giorno della strage. Sono stati sequestrati i registri della scuola di italiano che il giovane marocchino frequenta due volte alla settimana a Trezzano sul Naviglio, vicino a Milano. Dall'elenco delle presenze risulta che fosse in classe il 16 e il 19 marzo e a sostegno di cio' ci sono anche le testimonianze degli insegnanti del 'Centro provinciale per l'istruzione degli adulti Maestro A. Manzi'. Un quadro definito dagli inquirenti milanesi "incompatibile" con la sua presenza a Tunisi al momento dell'eccidio.
DA TUNISI: HA FORNITO LE ARMI/ Ma dal paese nordafricano nel frattempo arrivano da un anonimo funzionario dello Stato, degli 'aggiustamenti': Touil avrebbe fornito le armi usate per l'attentato. "E' un trafficante d'armi... ha portato le armi per gli attentatori del Bardo dalla Libia alla Tunisia prima della data dell'attacco". Il giornale 'Tunisie Numerique' scrive inoltre che Touil si sarebbe incontrato in piazza Pasteur con i due terroristi poi uccisi dalla polizia dopo il massacro. Dalla richiesta di arresto tunisina si evincono per il momento soltanto i titoli di reato tra cui l'omicidio volontario e la partecipazione ad attivita' terroristica internazionale. Nulla viene invece specificato sulle fonti di prova che dovrebbero corroborare l'accusa. Quanto all'identita' del ragazzo, gli investigatori sono in attesa di comparare le impronte prese al momento dell'arresto con quelle eventualmente in possesso delle autorita' marocchine e tunisine.
A complicare ulteriormente il quadro, la fotografia pubblicata dal quotidiano Akher Khabar Online, che mostra un Abdel Majid Touil molto più anziano, con i baffi. Il dubbio di uno scambio di identità viene tuttavia smentito dalle stesse autorità italiane, poichè "la data di nascita indicata dai tunisini coincide con quella dello straniero fotosegnalato a Porto Empedocle il 17 febbraio scorso, poche ore dopo il suo arrivo in Italia a bordo di un barcone".
IL MINISTRO ALFANO/ Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano intanto, nel corso dell'informativa urgente alla Camera, ha rilevato: "Non ho mai escluso rischi per l'Italia, ho sempre detto nessuna evidenza e nessun riscontro. Ma nessuno puo' escludere il rischio, nessun Paese e' a rischio zero". E, di fronte alla prime apparenti 'crepe' dell'indagine tunisina, ha sottolineato che "tutto cio' che e' alla base del mandato internazionale non e' di competenza italiana".