Milano

Strage di piazza della Loggia: 41 anni dopo, due ergastoli

La seconda sezione della corte di Assise di Appello di Milano ha condannato all'ergastolo l'ex ispettore veneto di Ordine Nuovo Carlo Maria Maggi e l'ex fonte dei servizi segreti Maurizio Tramonte nel processo di appello bis sulla strage di Piazza della Loggia. I familiari delle vittime della strage di piazza della Loggia presenti nell'aula della Corte di Appello dove Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte sono stati condannati all'ergastolo, hanno accolto in lacrime la sentenza. Il verdetto viene definito "decisivo per la storia del Paese" da Manlio Milani, presidente dell'associazione familiari vittime della stage di piazza della Loggia che quel giorno di quasi 41 anni fa perse la moglie.

La sentenza del processo d'appello bis "e' il premio per un impegno, quello della Procura di Brescia, che non e' mai venuto meno in tanti anni". Lo afferma l'ex giudice istruttore di Milano, Guido Salvini, che per un periodo si occupo' dell' indagine. "Se la Procura di Milano - continua Salvini - avesse fatto altrettanto credo che sarebbe stato possibile andare anche per piazza Fontana al di la' di quella responsabilita' storica che comunque le sentenze hanno accertato in modo indiscutibile nei confronti delle stesse cellule di Ordine Nuovo al centro del processo per piazza della Loggia". "Ho comunque la soddisfazione - conclude - dei frutti che ha dato la mia collaborazione come giudice istruttore con la Procura di Brescia, in assenza di un interlocutore a Milano. Infatti, proprio durante un mio accesso al SID di Padova negli anni '90 fu possibile identificare in Maurizio Tramonte, oggi condannato, la fonte Tritone.

"Una condanna importante, un risarcimento minimo, dopo 41 anni, ma di grandissimo valore etico. E' stato fatto un lavoro enorme di inchiesta del quale tutti dobbiamo essere grati ai magistrati di Brescia, in particolare al dottor Roberto Piantoni, e all'impegno e alla passione di Manlio Milano e dell' Associazione dei familiari delle vittime". Cosi' Gero Grassi, vice presidente dei Deputati del Partito democratico sulla sentenza della strage di piazza della Loggia.

"Qual e' stato il primo pensiero quando ho sentito la parola ergastolo? Ho pensato solo: 28 maggio 1974. Per me il tempo si e' fermato quel giorno". Manlio Milani, il presidente dell'Associazione Vittime della strage di piazza della Loggia, ha gli occhi lucidi dopo la lettura della sentenza che condanna all'ergastolo Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte. Quel giorno, era alla manifestazione antifascista in piazza con un gruppo di amici della Cgil scuola quando la bomba esplose e uccise sua moglie, Livia Bottardi. "Una giustizia che arriva dopo 42 anni e' comunque depotenziata - spiega - ma questa e' una sentenza davvero decisiva ed estremamente importante per una riflessione collettiva su quegli anni dal 1968 al 1974".

Alla lettura del verdetto erano presenti anche l'avvocato generale dello Stato, Laura Bertole' Viale, a fianco del pg Maria Grazia Ombini che ha sostenuto l'accusa in giudizio, e il presidente della Corte d'Appello Giovanni Canzio.







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