Milano
Strage di Samarate, parla il figlio Nicolò Maja: "Inizia una nuova vita"
L'incontro e la foto con il sindaco di Samarate, Enrico Puricelli. Il padre del giovane accusato di aver ucciso la madre e la sorella
Strage di Samarate, parla il figlio Nicolò Maja: "Inizia una nuova vita"
E’ l’unico superstite della strage che, fra il 3 e il 4 maggio 2022, ha portarto alla morte della madre e della sorella. Nicolò Maja, figlio di Alessandro, 57 anni, architetto e designer, accusato di duplice omicidio, racconta oggi – dalle pagine milanesi del Corriere della Sera – il tentativo di ritornare alla normalità.
Alessandro Maja: "Grazie a chi mi è stato vicino"
“Grazie a chi mi è stato vicino, anche solo col pensiero e con le parole. Voglio dire grazie a tutti. Ora inizia una nuova vita e cercherò di ricostruirla. Sono pronto per questa avventura, ce la metterò tutta”.
Nicolò, quel giorno, arrivò in ospedale in condizioni severe: prognosi riservata, traumi estesi al capo, la vita appesa a un filo e il coma indotto dai farmaci. Poi il risveglio. E la consapevolezza di aver perso la madre, Stefania Pivetta, 56 anni, e la sorella, Giulia, di 16.
Nicolò Noja con il sindaco di Samarate (facebook)
L'incontro e la foto con il sindaco di Samarate, Enrico Puricelli
Nicolò, 23 anni e una passione per il volo, ha incontrato ieri il sindaco di Samarate, Enrico Puricelli: lo scatto è diventato virale. .
Mentre il giovane, atteso da lunghe sedute di fisioterapia, riprendere la strada della vita, la Procura della Repubblica – prosegue il Corriere - 1 di Busto Arsizio, che coordina le indagini dei carabinieri agli ordini del colonnello Gianluca Piasentin, “ha il compito di far luce per definire i contorni del duplice delitto. L’assassino, titolare di uno studio di architettura e design d’interni a Milano specializzato nella ristrutturazione di bar e ristoranti, nel corso dell’interrogatorio di garanzia seguito all’arresto aveva risposto alle domande del giudice giustificando la strage con la grave difficoltà economica attraversata dalla sua società e dimostrando una sorta di vera e propria fobia per i debiti”.