Milano
Strage di Paderno, chiesa gremita per funerali. Uomo interrompe la cerimonia: "Ho la soluzione a questi omicidi"
Lutto cittadino e chiesa gremita per i funerali delle vittime della strage di Paderno Dugnano. L'Arcivescovo Delpini ed il dialogo immaginario tra Dio e il piccolo Lorenzo
Strage Paderno, chiesa gremita per funerali. Uomo interrompe la cerimonia: "Ho la soluzione a questi omicidi"
Durante i funerali di Fabio, Daniela e del loro figlio dodicenne, uccisi dal primogenito nella strage familiare di Paderno Dugnano, un uomo ha creato scompiglio interrompendo la funzione. Salito improvvisamente sull'altare, ha cercato di parlare al microfono dichiarando di avere "la soluzione a questi omicidi". L'intervento tempestivo dei carabinieri ha evitato ulteriori disagi, e la cerimonia, celebrata dall'arcivescovo di Milano Mario Delpini, è poi proseguita normalmente.
Paderno Dugnano in lutto per l'addio a una famiglia distrutta
La comunità di Paderno Dugnano si è stretta attorno ai familiari dei tre membri della famiglia uccisi dal primogenito, Riccardo, nella tragica notte tra il 31 agosto e il 1° settembre. Il Comune ha proclamato il lutto cittadino, con bandiere a mezz’asta e sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche. La chiesa di Santa Maria Nascente era gremita di persone accorse per dare l'ultimo saluto alla famiglia. Chi non è riuscito a entrare, ha potuto seguire la funzione attraverso un impianto di amplificazione allestito all'esterno. Sono state accolte da un lungo applauso della folla le bare di Daniela, Fabio e Lorenzo. Le bare, sormontate da corone di fiori bianchi, sono state caricate sui carri funebri nel piazzale antistante alla chiesa. Alcuni ragazzi reggevano dei palloncini azzurri con alcune dediche, come "ciao Lorenzo", che sono stati fatti volare.
Una comunità ferita ma unita nella tragedia
Nel pomeriggio, la città ha osservato un minuto di raccoglimento per onorare le vittime, mentre l'arcivescovo Delpini ha ricordato nell’omelia l’importanza dell’amore e della responsabilità delle parole. Nel frattempo, Riccardo, il figlio diciassettenne reo confesso, è stato trasferito al carcere minorile Beccaria di Milano, in attesa di incontrare i nonni, che, pur straziati dal dolore, hanno dichiarato di non volerlo abbandonare.
L'omelia dell'Arcivescovo di Milano
"Di fronte all'incomprensibile tragedia la parola del Signore ci aiuta a decifrare l'enigma". Così l'arcivescovo di Milano Mario Delpini durante l'omelia pronunciata ai funerali delle vittime della strage familiare di Paderno Dugnano. L'arcivescovo ha immaginato un dialogo tra Dio e le vittime — Lorenzo, Daniela e Fabio — in cui ciascuno racconta la propria esperienza di vita e la sofferenza inflitta dal figlio primogenito, Riccardo. Lorenzo parla del desiderio di cantare la vita, nonostante la morte prematura, mentre Daniela riflette sul mistero dell'amore materno. Fabio, infine, esprime il valore della parola, sottolineando il suo ruolo di padre nel dare un senso alla vita e al dolore. Attraverso questi dialoghi immaginari, Delpini ha offerto un messaggio di speranza, invitando a trovare nella parola di Dio una guida per affrontare l’enigma della tragedia.
L'omelia di Delpini e le parole rivolte da Dio al piccolo Lorenzo
"Mi immagino che accogliendo Lorenzo il Signore Dio gli abbia detto 'perché sei qui, così giovane? Da dove vieni? Che cosa sono queste ferite? Che cosa è stato della tua vita?'". È iniziata così l'omelia dell'arcivescovo d" Io mi immagino che Lorenzo abbia risposto 'sono qui a causa di mio fratello, il mio fratello grande, il mio fratello intelligente - ha detto Delpini - è stato lui che ha interrotto il mio incubo notturno, mentre avevo l'impressione di essere inseguito da un mostro. E mi sarei svegliato, penso, come al solito spaventato e rassicurato di essere ancora vivo ma in quella notte non mi sono svegliato, a causa di mio fratello, il mio fratello grande, il mio fratello intelligente".
L'arcivescovo ha poi immaginato la risposta che Lorenzo avrebbe dato a Dio, sul significato della sua vita e di cosa sarà quella di suo fratello senza di lui. "La mia vita è stata un inizio, la mia vita è stata un sogno. Forse qualcuno dirà che la mia vita è stata un niente. Ma invece io voglio essere un inno alla vita, io voglio vivere - ha spiegato Delpini - mio fratello mi ha impedito di diventare grande e inseguire sogni, ma continuo a vivere in questa gloria della tua casa - ha aggiunto - io voglio stargli vicino sempre, io voglio consolare le sue lacrime, voglio calmare i suoi spaventi, voglio sperare con lui e per lui".
"Di fronte all'incomprensibile tragedia la parola del Signore ci aiuta a decifrare l'enigma e a raccogliere da Lorenzo, Daniela, Fabio il cantico della vita e della speranza giovane di un fratello, l'intensità dell'amore misterioso di una mamma e la responsabilità della parola vera di un papà".