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Milano
Strage via Palestro, appello di Sala: "Doveroso perseguire la verità"

Il biennio 92-93, chiamato biennio delle stragi, - ha ricordato il primo cittadino nel suo discorso - "vide un triste sviluppo dell'azione delle cosche che forse erano già indebolite, ma che forse per questo mostrarono un'inedita potenza di fuoco", arrivando alle "bombe contro il patrimonio artistico".

Si trattò di "un'intera rete nazionale per mettere in atto azioni sistematiche contro il sistema democratico, un calendario di morte". Ma Milano "percepì questa situazione e rispose con una partecipazione straordinaria. Le forze vive fecero sentire un convinto no alle mafie. Un no fatto di orgoglio e identità culturale che diceva ai mafiosi 'voi non siete l'Italia'. Da questo amore diffuso partì la riscossa di Milano e del nostro Paese".

Per anni - ha poi sottolineato Sala - "si è guardato agli attentati di Milano e Firenze come opera di cosche che lavoravano altrove. Da alcuni anni questa cosa è cambiata. Siamo usciti dall'antimafia retorica di cui parlava Sciascia e abbiamo iniziato ad attaccare la malattia con la cura giusta. La strada è lunga ma la cura è quella giusta e l'unica possibile. Se si è intrapresa la strada giusta è anche grazie a questi morti. Milano è sempre dalla stessa parte, quella della libertà e ha dentro di sé un'invincibile intolleranza a qualsiasi attacco alla democrazia". Per questo motivo "il nostro essere qui oggi ha un senso preciso: ricordare per impegnarsi, ridire oggi quel no che opponemmo tutti quella notte al boato della bomba. Uniti, convinti, orgogliosi della nostra libertà", ha concluso. Alla commemorazione, che si è tenuta davanti al padiglione d'arte contemporanea dove 23 anni fa era scoppiata la bomba, hanno partecipato anche l'assessore alla sicurezza Carmela Rozza, l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno, il prefetto Alessandro Marangoni, l'assessore regionale all'Istruzione Valentina Aprea, il questore Antonio De Iesu, il presidente del consiglio comunale Lamberto Bertolè, il procuratore capo della procura di Milano Francesco Greco e il console generale del Marocco visto che, tra le vittime di quella notte si conta anche un migrante marocchino di nome Moussafir Driss.

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