Milano

Studente gay lasciato fuori dalla classe per colpa di una foto porno su Instagram

Lasciato fuori dalla classe, lungo il corridoio, perchè gay. E' quando sarebbe accaduto ad uno studente 16enne di un istituto scolastico cattolico monzese, l'Ecfop di via Manara. Lo afferma il padre del giovane, che ha inviato una mail al preside della scuola, mettendo in condivisione anche la stampa locale. L'allontanamento dalle lezioni si sarebbe verificato da quando avrebbe iniziato a circolare sui social network una foto in cui si vedeva il ragazzo insieme ad un altro giovane. Indagano i carabinieri di Monza. La madre dello studente, interpellata dal Giornale, ha affermato: “Quando ho chiesto come mai fosse in corridoio, mi hanno spiegato che è per via di una fotografia pubblicata su Instagram nella quale mio figlio è nudo assieme a un altro ragazzo”. I motivi dell'allontamento? Sempre secondo quando riferito dalla madre, secondi i dirigenti il giovane avrebbe potuto avere una “influenza negativa sugli altri ragazzini” e perchè “vanno protetti gli altri bambini”.

"E' assurdo quello che leggo sulla stampa odierna - è il commento di Rosaria Iardino, Consigliera delegata alle Pari Opportunità in Città metropolitana a Milano e Consigliera comunale per il Partito Democratico -. Un ragazzo costretto a seguire le lezioni dal corridoio solo  perché è gay. Succede a Monza, nel 2015, non in un qualche sperduto  paese del sud del mondo in epoca medievale! I genitori - ai quali esprimo la mia più piena e assoluta solidarietà - hanno giustamente denunciato la cosa ai carabinieri ma la sottoscritta, in quanto Consigliere delegato alle Pari opportunità della Città metropolitana di Milano, chiederà immediatamente conto al proprio omologo brianzolo e domanderà ufficialmente un'ispezione nella scuola incriminata. Voglio lasciare ancora qualche spazio al dubbio, ma se la vicenda dovesse essere confermata nei toni estremamente gravi e drammatici riferiti dalla madre del giovane, saremmo all'anno zero dell'intolleranza del razzismo omofobo. Mi chiedo quanto influiscano, in situazioni del genere, le aberranti esternazioni e gli assurdi convegni che certe forze politiche si ostinano ad organizzare, contro la cosiddetta teoria del gender e a difesa di una fantomatica 'famiglia naturale'. Sono queste iniziative a deviare le coscienze e a portare ad episodi come quello di Monza".

LA REPLICA DELLA SCUOLA: "VICENDA DI UN GIORNO, SEPARATO PER TUTELARLO"/ Il direttore del centro Adriano Corioni racconta la sua versione, che e' completamente diversa da quella finora circolata. Tanto per cominciare il "tutto e' durato un giorno e non settimane - assicura - l'episodio risale a mercoledi' scorso. E la mattina successiva il ragazzo si e' presentato a scuola con la madre e i carabinieri". Un provvedimento in effetti e' stato preso: "Si era verificato un grave episodio e volevamo tutelare il ragazzo, per cui lo abbiamo messo in uno 'spazio' all'interno del centro, dove si fermano anche i docenti. Ma non e' un corridoi. E c'erano anche degli educatori". Cosa era successo di cosi' grave? "Ha pubblicato su un social network una fotografia 'pornografica', un atto sessuale, che lo ritraeva - spiega -. Sono stati i compagni, amareggiati a informarci. A questo punto per evitare che in classe si ingigantisse la cosa, e che ci fossero tensioni, tra chi e' contro e chi e' a favore", si e' deciso di separarlo dagli altri e metterlo in una stanza diversa. Il tutto in attesa, continua il direttore "di parlare con la famiglia e i servizi sociali che gia' seguono il giovane. Li abbiamo chiamati, ma i servizi sociali, fino a oggi, non si sono proprio fatti vedere". "Per noi la storia e' chiusa - conclude Corioni - e da lunedi' il ragazzo e' tornato in classe".







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