Milano
Studente precipitato, il legale: "Ricostruzione dei compagni inverosimile"
"Li invitiamo a prendere contatto con il nostro avvocato. In questo momento delicato, con le indagini in corso, è opportuno che spieghino, che raccontino. Insieme con mia moglie attendo di avere comunicazioni ufficiali dagli inquirenti, su quelli che sono stati i fatti": così Bruno Maurantonio, papà di Domenico, il 19enne di Padova morto precipitando dal quinto piano di un hotel di Milano mentre era in gita scolastica, prende atto positivamente delle intenzioni manifestate da due compagni di classe tramite un'intervista pubblicata sul Mattino di cercare di aiutare a fare luce su cosa è accaduto quella notte. "Prendiamo atto con piacere della disponibilità di questi due ragazzi verso la nostra famiglia", prosegue il padre.
Anche l'avvocato Eraldo Stefani ha salutato positivamente le parole dei due giovani: "I due ragazzi hanno detto che sono a disposizione della sua famiglia? Benissimo, lo dimostrino. Io rappresento i suoi genitori e a nome della famiglia chiedo di poterli sentire, perché devono aiutare chi indaga a riempire quel lasso di tempo tra le ultime ore della notte e l'alba che è ancora mancante nella ricostruzione di quella notte in albergo. Li chiamo 'amici di Domenico - prosegue - perché dimostrino l'amicizia che li legava al 19enne morto. La descrivano, la loro amicizia. Perché con le persone che ho sentito finora non ne ho trovata, di amicizia. Contattino me o il mio studio di Firenze. Desideriamo sentirli".
Le parole dei compagni: "In camera non c'è stato alcun festino. Eravamo tutti molto stanchi. Ci siamo trovati in camera in cinque ragazzi, compreso Domenico. Tutti maschi. Abbiamo chiacchierato tranquillamente con la porta chiusa e un tono di voce da conversazione normale. Nessuno era ubriaco. Abbiamo bevuto in cinque una bottiglia di liquore alla prugna". Il gruppo ha poi proseguito a chiacchierare, fino alle 3.20, quando i cinque sono scesi nella hall dell'albergo. "Abbiamo preso un po' d'aria. Domenico era sereno, come sempre". Alle 5.30 tutti in camera: "Ci siamo addormentati e Domenico era a letto". un'ora dopo, qualcuno svegliandosi ha notato che Domenico non c'era: "Abbiamo visto che Domenico non era a letto e che aveva lasciato sul comodino occhiali, portafoglio e telefono. Siamo scesi e abbiamo iniziato a chiedere se l'avessero visto, poi è arrivata la polizia". I due ragazzi ipotizzano che "Domenico possa aver avuto un problema neurologico e che in stato confusionale abbia scambiato la porta d'uscita della camera con quella del bagno che era di fianco".
Ricostruzione chee trova tuttavia molto scettico Stefani: "E' inverosimile. I ragazzi non facciano ipotesi, dicano quello che è successo quella notte. A loro compete riempire il buco che continuano a lasciare in quelle ore decisive. Hanno detto che alle 3.30 sono scesi nella hall, e che poi sono tornati in camera. Poi uno di loro si sarebbe svegliato alle 6.30 notando l'assenza di Domenico, dice di aver pensato che fosse in bagno. Poi che cosa fa? Si è rimesso a dormire?".