Milano
Studenti protestano in Duomo: didattica a distanza mina diritto all'istruzione
Secondo i collettivi studenteschi milanesi: "La scuola fatta attraverso un computer non puo' essere chiamata scuola"
Studenti protestano in Duomo: didattica a distanza mina diritto all'istruzione
Dopo essersi ritrovati in Largo Cairoli gli studenti milanesi che, con i colleghi di altre citta' italiane, si mobilitano oggi "contro i ritardi e le mancanze che hanno caratterizzato l'inizio di questo anno scolastico", si sono spostati verso piazza Duomo. Al corteo studentesco 'No school no future', si sono uniti anche genitori e insegnanti, con questi ultimi che dicono "no al concorso straordinario, al 'contingente covid' e all'ingresso delle cooperative e dei privati nel mondo della scuola per sostituire le mansioni proprie dei docenti, ma stabilizzazione e internalizzazione delle educatrici, degli educatori e di tutti i servizi scolastici". Dure le proteste contro la didattica a distanza. "Senza la scuola non c'e' futuro - sostiene il Coordinamento dei collettivi studenteschi -. Non rimarremo in silenzio mentre il diritto all'istruzione ci viene tolto da chi sacrifica noi studenti per sollevarsi dalle responsabilita' del disastro annunciato. Lo abbiamo detto e lo ribadiamo: la scuola fatta attraverso un computer non puo' essere chiamata scuola. La didattica a distanza sfalda i cardini della socialita', del rapporto umano, del contatto e delle relazioni". Insieme agli studenti milanesi sono scesi in piazza anche i docenti, il personale Ata e genitori e genitrici del movimento "Priorita' alla scuola", nato in aprile in pieno lockdown. Tra le istanze rivendicate dal Pas ci sono le richieste di destinare "una parte cospicua dei fondi del Recovery fund alla scuola per l'emergenza", di realizzare "investimenti nell'edilizia scolastica pubblica riguardino il recupero e la manutenzione di edifici fatiscenti" e di implementare "una riduzione drastica e definitiva di precariato nella scuola attraverso la stabilizzazione dei docenti precari con 36 mesi di servizio, per garantire la continuita' didattica".