Milano

Suicidio Moroni, Davigo: "L'indagine non c'entra con la morte"

Davigo: "Lo conoscevamo solo attraverso le carte"

Suicidio Moroni, Davigo: "L'indagine non c'entra con la morte"

Una tragedia umana di cui non i magistrati non portano la responsabilità. A 32 anni dal suicidio del parlamentare socialista Sergio Moroni, coinvolto nell'inchiesta Mani Pulite, Piercamillo Davigo - uno dei magistrati simbolo di Tangentopoli e direttamente protagonista delle indagini - non cambia idea.

Davigo: "Lo conoscevamo solo attraverso le carte"

"Moroni nessuno di noi lo ha mai visto, lo conoscevamo solo attraverso le carte. E' un episodio che sul piano umano non può che colpire, ci mancherebbe altro che qualcuno fosse contento di quello che è accaduto. Ma non vedo perché dovrebbe cambiare il metodo dell'indagine, non vedo come qualcuno possa seriamente pensare di attribuire a noi la responsabilità di questo fatto.

"Le conseguenze dei reati ricadono su chi li ha commessi"

Anche se mi dispiace dirlo adesso, le conseguenze dei reati ricadono su chi li ha commessi, non sul pubblico ministero che li reprime con tutta l'umana pietà possibile" le parole pronunciate da Davigo a poche ore dal suicidio del parlamentare indagato per tangenti. Alla domanda se 32 anni dopo (il suicidio è del 2 settembre 1992, ndr) ha modificato la sua opinione, l'ex magistrato non ha tentennamenti: "Non ho cambiato idea" replica all'Adnkronos e preferisce non aggiungere altro.








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