Milano

Tajani (Pd): “L’economia di Milano non vive di sola edilizia”

La senatrice dem Cristina Tajani presenta il disegno di legge per il sostegno a imprese ad impatto sociale in contesti urbani. “Il public procurement è una leva di sviluppo per Milano”. L’intervista

di Stefano Marrone

Tajani (Pd): “L’economia di Milano non vive di sola edilizia”

“Non esiste solo l’edilizia”. Cristina Tajani è stata per dieci anni Assessora del Partito democratico al Comune di Milano, ora è in Senato dove ha presentato come prima firmataria un disegno di legge per il sostegno di imprese ad impatto sociale nei contesti urbani. Un tema che discuterà nel convegno “Economie urbane: strategie per una città che genera lavoro e promuove innovazione”, che si terrà martedì 25 marzo, ad Avanzi a Milano, insieme ad esponenti del Terzo Settore e della politica (tra i quali Antonio Misiani e Andrea Orlando). “Anche in un momento complicato per la città, l’alleanza tra Pubblica Amministrazione e imprese è una leva di sviluppo”. L’intervista.

Senatrice Tajani, ci illustra il disegno di legge di cui è prima firmataria?

Il documento mira a sostenere le imprese ad impatto sociale nei contesti urbani. L’idea è quella di utilizzare il public procurement degli enti locali come leva di sviluppo. Puntiamo a promuovere a livello territoriale l’alleanza tra imprese innovative a livello sociale e Pubblica Amministrazione. 

Cos’è di preciso il public procurement?

Si tratta della capacità degli enti locali di chiedere alle imprese dei servizi per soddisfare i bisogni territoriali. Si tratta di uno strumento per mettere a fuoco i processi con cui gli enti territoriali possono promuovere un’iniziativa privata desiderabile in settori cruciali.

Quali?

Su tutti, welfare e sanità. Settori dove la domanda e i bandi pubblici possono orientare lo sviluppo territoriale col lavoro buono, con processi sostenibili a livello ambientale e beni di particolare rilievo pubblico. Il Public Procurement può essere utilizzato come strumento di policy per conseguire diversi obiettivi: stimolare il livello di attività economica e creare occupazione, proteggere le imprese favorendo gli investimenti e crescita, aumentare competitività e innovazione, diminuire le disparità regionali.

Milano sembra vivere un momento in cui la collaborazione tra pubblico e privato suona quasi come una parolaccia…

Il partenariato pubblico-privato resta un modello di riferimento da cui anche la città di Milano ha tratto giovamento. Questo avviene quando il pubblico guida lo sviluppo, adempiendo al proprio ruolo di guida per definire un modello di sviluppo virtuoso. 

Modello che Milano sembra aver perso negli ultimi anni? 

Le ultime emergenze di natura urbanistica hanno disorientato, ma non esiste solo l’edilizia per lo sviluppo di una città. In altri tempi, il dibattito sulle smart cities o sul ritorno della manifattura in città ha saputo indicare percorsi desiderabili. Milano ha le risorse, in termini di società civile e di politica - per continuare a vivere una crescita che sappia coniugare innovazione, prosperità e benessere.  

Qual è la sua opinione sul tanto discusso “Salva-Milano”? 

Il tema della tutela delle famiglie in difficoltà è reale, motivo per cui ho seguito il dossier con attenzione. Non escludo che si possano trovare strumenti di natura amministrativa o legislativa che provino a fornire garanzie a persone che in buona fede hanno fatto investimenti, ma si tratta di una norma con profonde criticità oggettive. Su tutte, far passare progetti importanti solo con il vaglio dei tecnici, senza coinvolgere gli organi politici. 







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