Milano

Tangenti Milano, difesa Zingale: "No riscontri su accuse"

Davanti ai giudici del Tribunale del Riesame di Milano, l'avvocato di Giuseppe Zingale, direttore Afol: "Non ci sono riscontri sulle accuse"

Tangenti Milano, difesa Zingale: "No riscontri su accuse"

Davanti ai giudici del Tribunale del Riesame di Milano, chiamati a decidere sulla richiesta di revoca dell'obbligo di firma, l'avvocato Francesca Cramis ha sostenuto che "non ci sono riscontri" sulle accuse formulate dalla Procura nei confronti del suo assistito Giuseppe Zingale, direttore di Afol, ente per la formazione e il lavoro che fa capo alla Citta' Metropolitana. Zingale e' indagato per istigazione alla corruzione del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, a sua volta accusato di abuso d'ufficio nell'indagine 'Mensa dei poveri' condotta dalla Dda. Stando alla ricostruzione dei magistrati, Giocchino Caianiello, figura centrale dell'inchiesta e influente politico di Forza Italia, avrebbe proposto a Fontana "uno scambio (rifiutato, ndr) tra la nomina dell'attuale direttore di Afol, Giuseppe Zingale, con l'affidamento di incarichi onerosi da parte di Afol" a Luca Marsico, l'ex socio di studio del presidente della Regione.

L'avvocato Cramis ha depositato delle indagini difensive consistenti in testimonianze di alcune persone interne ad Afol. Si e' invece opposta al deposito da parte della Procura dell'interrogatorio di Fontana e, in generale, di presunto materiale probatorio acquisito dopo l'esecuzione dell'ordinanza cautelare a carico di 43 persone, tra cui alcuni politici di Forza Italia. "Il quadro indiziario e' insussistente - ha detto il difensore, al termine dell'udienza - le intercettazioni di per se' non provano niente, si possono anche millantare cose come avrebbe potuto fare Caianiello, visto il suo personaggio". Oggi si e' svolta anche l'udienza per discutere la richiesta di revoca della custodia cautelare presentata dalla difesa di Alessandro Petrone, ex assessore all'urbanistica del Comune di Gallarate (Varese) coinvolto nella presunta corruzione legata a una variante. "Ci siamo limitati a evidenziare le criticita' per mancanza delle motivazioni della misura cautelare - ha spiegato il suo avvocato, Daniele Concetto Galati - e abbiamo sottolineato che la competenza territoriale spetterebbe a Busto Arsizio. Secondo noi, dopo le dimissioni da assessore, non ci sono piu' pericoli di inquinamento probatorio". Le decisioni dei giudici sono attese la settimana prossima.







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