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Milano
Tangenti Nigeria: giudice dichiara decaduti tre testi di Armanna

Tangenti Nigeria: giudice dichiara decaduti tre testi di Armanna

Il Tribunale di Milano ha dichiarato 'decaduti' gli ultimi tre testimoni citati dalla difesa dell'ex manager di Eni, Vincenzo Armanna, nel processo su presunte tangenti pagate dalla società italiana e da Shell per ottenere la licenza del campo petrolifero Opl-245. Oggi Armanna si è presentato in aula per consegnare ai giudici della settima sezione penale delle chat intercorse, qualche giorno fa, tra lui e uno di questi testimoni citati, il colonnello nigeriano Tiny Ayah che scrive nei messaggi di non poter venire a deporre "perché mio figlio lavora all'Eni".

In una breve dichiarazione spontanea, Armanna, che è imputato per corruzione internazionale ma anche 'testimone' dell'accusa, ha chiesto ai giudici di riconvocare Ayah, istanza bocciata dal collegio che ha preso atto della non volontà di testimoniare espressa nella chat. Armanna ha inoltre riferito di avere parlato con Isaac Eke, il cosiddetto 'nuovo Victor', il quale gli ha addotto come giustificazione alla sua assenza di ieri "un viaggio negli Usa confermato all'ultimo momento dal mio capo". Eke, testimone ritenuto "molto importante" dalla Procura, era stato convocato a deporre ieri ma non si era presentato e i giudici lo hanno invitato a presentarsi in aula per la prossima udienza del 29 gennaio "a pena di decadenza".    In quella data, nelle intenzioni più volte manifestate dai giudici, dovrebbe chiudersi l'istruttoria. Nel processo sono imputate le società Eni e Shell e 13 persone, tra le quali l'ex ad e l'ad di Eni, Paolo Scaroni e Claudio Descalzi,  e l'ex presidente della Shell Foundation, Malcom Brinded. 

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