Milano

Tangenti: Tatarella esce dal carcere, Riesame concede domiciliari

Il Riesame concede i domiciliari a Tatarella. La linea difensiva ha puntato sulla derubricazione dell'accusa da corruzione a 'traffico illecito di influenze'

Tatarella esce dal carcere, concessi i domiciliari

Il Tribunale del Riesame di Milano ha scarcerato e disposto i domiciliari per Pietro Tatarella, l'ex consigliere regionale di Forza Italia detenuto dal 7 maggio nell'ambito dell'inchiesta su un presunto giro di tangenti in Lombardia. E' quanto si apprende da fonti legali. Gli avvocati Nadia Alecci e Luigi Giuliano avevano discusso stamattina l'istanza di scarcerazione.

La linea della difesa: "non e' stato corrotto"

Pietro Tatarella, l'ex consigliere comunale di Forza Italia in carcere dal 5 maggio nell'ambito dell'inchiesta su un presunto giro di tangenti, appalti truccati e finanziamenti illeciti, deve tornare in liberta' o, in subordine, gli vanno concessi i domiciliari. A chiederlo nell'udienza che si e' svolta davanti ai giudici del Riesame di Milano sono stati i suoi legali Nadia Alecci e Luigi Giuliano. I difensori hanno sostenuto in aula, dove era presente anche il loro assistito, che Tatarella, accusato di associazione a delinquere, corruzione e finanziamento illecito, "non e' stato corrotto" dall'imprenditore Daniele D'Alfonso della Ecol - Service. E che se l'ipotesi e' di avere ricevuto dei soldi per favorirlo negli appalti dell'Amsa, il reato che gli e' contestato dovrebbe essere derubricato da corruzione in 'traffico illecito di influenze', come gia' ha fatto nelle settimane scorse il Riesame per l'ex consigliere regionale Fabio Altitonante, tornato in liberta'. 

Il ricorso della difesa di Tatarella e' contro l'ordinanza del gip Raffaella Mascarino che aveva bocciato a luglio un'istanza di revoca della misura cautelare, presentata dai difensori dopo un interrogatorio dell'arrestato davanti ai pm. I giudici si sono riservati di prendere una decisione nei prossimi giorni. Anche dal centrosinistra sono arrivati, intanto, interventi a sostegno dell'ex consigliere comunale in carcere da oltre tre mesi. "E' inaccettabile - ha detto il consigliere regionale del Pd Pietro Bussolati - perche' sia che Tatarella sara' ritenuto colpevole che innocente si tratta di una detenzione preventiva senza che il processo sia nemmeno iniziato". Tatarella e' nel carcere di Busto Arsizio (Varese), dopo essere stato per due mesi ad Opera. Un trasferimento che la difesa e i familiari del politico hanno critico per le modalita' con le quali a' avvenuto anche se oggi l'avvocato Alecci ha spiegato che "sono cose che possono succedere". Il Riesame nei mesi scorsi aveva gia' rigettato una richiesta di scarcerazione del politico che davanti ai pm a fine giugno ha sostenuto di aver preso soldi dall'imprenditore Daniele D'Alfonso della Ecol-service non in cambio di una corsia preferenziale negli appalti, ma per una sua reale "attivita' di consulenza". 

Tatarella: provato da trasferimento ad altro carcere

 "Non mi sento un perseguitato politico, e' una vicenda che mi e' capitata e ho scelto di difendermi nelle sedi opportune. Mi sono dimesso proprio per fare chiarezza e separare le questioni istituzionali e politiche da quelle giudiziarie". Lo ha affermato l'ex consigliere comunale milanese di Forza Italia, Pietro Tatarella, davanti ai giudici del Riesame nell'udienza di stamattina. Sul suo spostamento dal carcere di Opera a quello di Busto Arsizio, avvenuto, secondo i suoi legali, "senza alcun avviso formale", Tatarella ha spiegato di sentirsi "molto provato" e di non avere capito le ragioni del trasferimento. Nell'istanza di scarcerazione, i suoi difensori hanno sottolineato che Tatarella e' stato "di nuovo inserito in un contesto con limitate ore d'aria quotidiane e con ridotte possibilita' di momenti di svago e socialita'" e che la sua "psiche gia' minata da 4 mesi" di carcere viene messa "ancor piu' a dura prova" con questa "decisione".







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