Milano

Tangentopoli, convegno per i 25 anni: sala deserta per protesta di avvocati

Convegno per i 25 anni di Tangentopoli snobbato dagli avvocati di Milano per via della presenza di alcuni relatori "sgraditi"

Aula magna del Palazzo di giustizia di Milano quasi deserta per il convegno in occasione del 25esimo anniversario dall'inizio dell'inchiesta Mani Pulite. A quanto e' stato riferito dagli organizzatori, l'Ordine degli avvocati di Milano non ha voluto partecipare all'evento per la presenza di relatori "sgraditi". Al convegno e' prevista partecipazione, tra gli altri, degli ex magistrati del pool che diede vita all'inchiesta Tangentopoli, Piercamillo Davigo, ora presidente dell'Anm, e Antonio di Pietro.

Un riferimento alla 'diserzione' degli avvocati milanesi e' arrivato in apertura del convegno da Francesca Scoleri, presidente di Themis & Metis, l'associazione che ha organizzato l'incontro per le 'nozze d'argento" dell'inchiesta. "La miglior risposta a chi voleva impedire questo incontro - ha detto dal banco degli oratori dove siedono anche Di Pietro e Davigo - e' averlo realizzato". In aula non sono presenti nemmeno magistrati. Tra i pochi volti noti di quella stagione l'avvocato Giuseppe Lucibello.

LE PRECISAZIONI DELL'ORDINE DEGLI AVVOCATI E DEI GIOVANI AVVOCATI - "Non avrei avuto nessun motivo di disagio a incontrare Davigo e a dibattere con lui, come e' gia' accaduto in passato". Il presidente dell'Ordine degli avvocati di Milano, Remo Danovi, smentisce il presunto boicottaggio dell'ente da lui presieduto al convegno per il 25mo anniversario dell'inizio dell'inchiesta Mani Pulite. Gli organizzatori dell'incontro hanno invece denunciato la diserzione dell'Ordine degli avvocati motivata dalla presenza di relatori "sgraditi", con particolare riferimento al presidente dell'Anm, Piercamillo Davigo.

A quanto riferiscono fonti dell'Ordine, l'associazione organizzatrice gli avrebbe chiesto l'uso dell'aula magna al primo piano del palazzo di giustizia per l'incontro. L'Ordine avrebbe allora fatto notare di non avere i titoli per concederla perche' il convegno non aveva il suo patrocinio e non rientrava tra le iniziative di formazione dei suoi iscritti. A quel punto, l'Ordine avrebbe invitato l'associazione a rivolgersi alla Corte d'appello per ottenere la concessione della sala.

Marco Bruno Guglielmo Franzini, presidente di Agam, associazione giovani avvocati di Milano, puntualizza con una nota che la sua associazione non ha "mai espresso alcun gradimento o meno in merito ad uno o più dei relatori di un convegno che non ha organizzato e di cui è stata solo informata una settimana prima (non ricevendo, peraltro, neppure conferma del fatto che il convegno si sarebbe effettivamente tenuto) limitandosi, invece, a far presente all’organizzazione di non condividere l’impostazione dello stesso visto che non veniva riservata all'avvocatura la possibilità di manifestare le proprie posizioni in materia di diritti e garanzie per indagati e imputati. Saremmo, in proposito, anzi ben lieti di poter organizzare un momento di confronto tra il dott. Davigo, il dott. Di Pietro ed il presidente Nazionale di AIGA Avv. Michele Vaira ed il Presidente delle Camere Penali".

DI PIETRO: "COSA RESTA DI MANI PULITE?" - "Cosa resta di 'Mani Pulite'? La desolazione dell'opinione pubblica che non crede piu' che possa cambiare qualcosa e guarda con amarezza a quest'aula vuota". Con una riflessione sull''eredita' di Tangentopoli e uno sguardo all'aula dove siedono pochissime persone, Antonio Di Pietro ha terminato il suo intervento al convegno per il 25esimo anniversario dell'inizio di 'Mani Pulite'. L'ex pm simbolo del pool che condusse numerose inchieste sulla corruzione negli anni Novanta si e' definito ancora "amareggiato" per l'epilogo di quella stagione giudiziaria e ha letto dei brani di una relazione del Copasir in cui si fa riferimento "alle attivita' e strategie volte a interferire nei processi in corso a Milano". Sempre in questo documento viene spiegato che "vi sono state addirittura da piu' parti manovre per influire sugli atti giudiziari che dovevano essere ancora compiuti". In particolare, l'ex pubblico ministero ha ricordato come le indagini si arenarono quando il pool "e' andato a intaccare le imprese che erano legate con la mafia".







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