Milano

Tassista abusivo arrestato a Milano: ha violentato due passeggere in auto

Tassista abusivo di Milano accusato di due aggressioni a giovani passeggere adescate fuori dalla discoteca Old Fashion: incastrato da un cuore rosso nell'auto

Tassista abusivo di Milano arrestato per violenza sessuale su due giovani passeggere

Le adescava, a bordo della sua Punto, fuori dalla discoteca Old Fashion di Milano, "approfittando della stanchezza e dell'uso di alcool" e poi le violentava in macchina, in strade deserte tra le 4 e le 5 del mattino. Due i casi accertati: le ragazze colpite sono entrambe maggiorenni, nell'ultimo caso si tratta di una straniera. E' stato preso giovedi' dalla polizia il tassista abusivo 30enne che e' accusato di due episodi, uno l'11 novembre 2017 e uno il 24 luglio 2016. A incastrarlo un cuore rosso affisso allo specchietto retrovisore del veicolo adibito a taxi che, nei ricordi vaghi delle ragazze, e' il particolare emerso che ha consentito di individuarlo. Decisivo in questo il video girato con il telefono cellulare da una delle due ragazze, in cui si intravede infatti il particolare.

Tassista abusivo di Milano incastrato dal dna


Nonostante una delle vittime avesse riportato di aver sentito un accento napoletano, gli investigatori hanno accertato che in realta' si trattava di un giovane di origini albanesi con precedenti non specifici. Il giovane inoltre aveva una seconda vita "normale": gestiva una pizzeria di famiglia. Il primo passo e' stato isolare una quindicina di auto segnalate come taxi abusivi notturni, il cerchio si e' chiuso poi grazie ad un riconoscimento fotografico e cosi' e' stato possibile individuarlo. La prova schiacciante e' stata poi il Dna: sui corpi di entrambe le vittime sono state individuate sue tracce, poi confermate dalle analisi. Gli investigatori della squadra mobile di Milano, guidati da Lorenzo Bucossi, sono convinti che si tratti di un "seriale", e hanno quindi invitato chi avesse il sospetto a denunciare l'eventuale accaduto. "E' importante che donne vengano a conoscenza di quello che e' successo ad altre donne, perche' la conoscenza rappresenta la vera medicina per evitare altri episodi e perche' le vittime denuncino" ha detto il procuratore aggiunto Maria Letizia Mannella oggi in conferenza stampa. Il primo caso, quello del 2016, era stato stato archiviato: e' stata la gip Campanile a consentire la riapertura delle indagini.







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