Milano

Teatro Piccolo di Milano, i lavoratori chiedono un cambio di rotta

In vista della scadenza del mandato del direttore Sergio Escobar, dura lettera dei lavoratori del Teatro Piccolo che pretendono una "guida di alto profilo"

Teatro Piccolo di Milano, i lavoratori chiedono un cambio di rotta

Acque agitate al Teatro Piccolo di Milano, il più importante teatro italiano ed il primo pubblico. Pochi giorni fa le Rsu hanno scritto una lettera dai toni molti duri al ministro Franceschini, al sindaco Sala, e ai dirigenti del teatro chiedendo con forza un cambio di rotta in vista della scadenza della nomina dell'attuale direttore Sergio Escobar, che lascerà il 30 settembre dopo 22 anni, assieme al consulente Stefano Massini. Hanno scritto i lavoratori: "In vista della prossima scadenza del mandato ultraventennale del Direttore Escobar, e a cinque anni dalla morte di Luca Ronconi, il Piccolo Teatro ha diritto ad avere una nuova guida, che sia in grado di progettare una ripartenza”. Per il ruolo del nuovo direttore la richiesta è per "una figura di alto profilo culturale, intellettuale e artistico, oltre che di prestigio internazionale, in grado di restituire al Piccolo il suo ruolo di teatro pubblico e di ambasciatore della cultura italiana nel mondo. Una personalità – da ricercarsi attraverso una procedura di selezione chiara e trasparente – che sappia riorganizzare i processi produttivi e ripristinare una modalità corretta nelle relazioni tra i lavoratori, la direzione e la dirigenza tutta”.

“Da anni manca una identità artistica che sia all’altezza della sua storia e del suo prestigio, nazionale e internazionale. È un’assenza grave per il primo teatro stabile in Italia, inaccettabile soprattutto in questo momento in cui servono idee per immaginare un nuovo modo di stare insieme e di fare teatro", spiegano i lavoratori. Che aggiungono:  "Da troppo tempo la produzione teatrale è limitata a pochi progetti, spesso realizzati in coproduzione, oppure pensati e confezionati altrove. La mancanza di una guida artistica di eccellenza comporta un inevitabile sottoutilizzo della creatività tecnica e artigianale, ma anche delle competenze tutte dei lavoratori del Piccolo Teatro che hanno meno occasioni per esprimere pienamente le proprie qualità. Negli anni, le collaborazioni con le grandi realtà artistiche d’Europa e del mondo si sono sempre più diradate. Il ruolo internazionale del Piccolo è in declino e si limita a ospitalità straniere occasionali e non inserite in un preciso progetto culturale artistico". I lavoratori lamentano "problemi di organizzazione, difetti di procedure interne, questioni che esistono da molti anni e che il senso di responsabilità e la professionalità dei lavoratori hanno contenuto ma che non possono più essere ignorati”.

Dal cda del teatro è giunta una replica a difesa di Escobar, il quale “ha rafforzato la qualità artistica e la proiezione internazionale del Teatro”.

Commenta oggi l'assessore regionale alla Cultura Stefano Bruno Galli: "Ho letto con vivissima preoccupazione la severa nota del 5 giugno scorso diramata dall'Assemblea dei Lavoratori del Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa. Nota che entra nel merito della guida artistica del teatro e delle sue scelte degli ultimi anni, al di là della crisi sanitaria. Ho letto anche la nota del CdA del Piccolo Teatro che ha difeso la qualità artistica e la proiezione internazionale del Teatro".

"È vero che Regione Lombardia è socio della Fondazione - ha precisato - ma il Comune di Milano è 'azionista di riferimento'. Per questa ragione, sarebbe opportuno che il Comune fornisse un pubblico chiarimento in ordine a questa sgradevole polemica, per altro dai toni molto accesi, segno inequivocabile che il disagio covava da tempo in seno ai lavoratori del Piccolo Teatro. Peraltro, Regione Lombardia ha sempre avuto, nell'ambito della Fondazione, un rapporto ispirato alla leale collaborazione con il Comune di Milano".

"Ricordo solo che di recente - ha detto ancora Galli - Regione è intervenuta anticipando, per via della crisi sanitaria, il 50% del contributo annuale di gestione e che, due anni fa, è intervenuta per evitare il default del Piccolo, che aveva i conti in rosso e avrebbe addirittura perso il titolo di 'Teatro d'Europa'. Sarebbe opportuna un'audizione nella VII Commissione del Consiglio regionale lombardo del presidente, del direttore artistico e dell'assessore alla Cultura del Comune di Milano".

"Auspico che il nuovo direttore, considerato il fatto che l'attuale direttore artistico è in scadenza di proroga e si trova ben oltre i limiti di età, venga individuato attraverso una manifestazione di interesse alla quale i candidati potrebbero partecipare presentando un vero e proprio progetto culturale, finalizzato a rilanciare il Piccolo Teatro. Mai come in questo momento, dopo una crisi sanitaria così drammatica - ha concluso - si rende infatti necessario il ripensamento complessivo del modo di fare teatro.







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