Milano
Telelavoro, chiusura della città e test elettorale: 5 cose sul Coronavirus
di Fabio Massa
Sono passati una manciata di giorni dall'inizio dell'epidemia di Coronavirus. Ecco cinque cose su cui riflettere.
1) Le grandi aziende hanno reagito prima delle autorità. Anche se non è stato dato nessuno stop alle attività (soprattutto per non diffondere il panico), le banche e le assicurazioni hanno mandato email a tutti i dipendenti per - laddove possibile - invitare a usare il telelavoro. Con tutta probabilità il Coronavirus sarà l'occasione per testare in maniera estensiva come non mai una nuova modalità lavorativa.
2) Il Coronavirus si espanderà a macchia d'olio. Ben presto finirà la conta degli ammalati e si terrà solo quella dei morti. E si saprà se - come si spera - ha ragione la famosissima virologa Ilaria Capua a giudicare questo virus mortale quanto una normale polmonite. A proposito: chissà se chi ha condotto l'inchiesta contro di lei sente qualche effetto dal Vergognavirus.
3) Iniziamo ad abituarci all'idea che ben presto possano essere chiuse le scuole, gli uffici pubblici e tutto il resto. Iniziamo ad abituarci all'idea perché potrebbe avvenire presto.
4) Il Coronavirus è un modo per testare la capacità delle Regioni e dei Comuni di agire in autonomia. Nella serata di sabato, dopo la conferenza stampa di Conte e Speranza, a Palazzo Lombardia e a Palazzo Marino la rabbia era palpabile. Di fatto il governo ha detto agli enti locali di prendere le decisioni che ritengono, scaricando il pallino. Ma questo è un test: se i cittadini capiranno che i governanti locali sono meglio di Roma, sarà una rivoluzione.
5) Il Coronavirus è un test elettorale. Sì, è buttarla in politica e non è la priorità, adesso. Ma è chiaro che sindaco e assessore alla Sanità (ovvero Giulio Gallera, ovvero uno che legittimamente potrebbe voler sfidare Sala nel 2021) si giocano credibilità e candidabilità. Ogni cosa buona o cattiva passerà in secondo piano rispetto alla gestione di un virus.