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Milano
Terrorismo, la Procura chiede il rito immediato per il "pugile dell'Isis"
Abderrahim Moutharrik

La Procura di Milano ha chiesto il processo con rito immediato per i 4 presunti terroristi sospettati di avere legami con l'Isis arrestati in un blitz dello scorso 28 aprile. Sono Abderrahim Moutaharrik il marocchino campione di boxe thailandese che viveva a Lecco, sua moglie Salma, Abderrahmane Khachia, 23 anni, anch'egli marocchino, residente in provincia di Varese e Wafa Koraichi, 24 anni, sorella di un marocchino che con la moglie italiana e i 3 figli si troverebbero in Siria.
 
Secondo la Procura di Milano, gli aspiranti combattenti dell'Isis per i quali ha chiesto il processo con rito immediato, erano in contatto con Mohamed Koraichi (fratello di Wafa) e Alice Brignoli partiti verso la regione siro-irachena nel febbraio 2015, anch'essi raggiunti dal provvedimento cautelare. In particolare, la coppia di marocchini residente a Lecco sarebbe stata in contatto con i due giovani sposi di Bulciago (Lecco) convertiti all'Islam che si troverebbero gia' in Siria. La loro vicenda era diventata nota alle cronache, dopo che la madre della ragazza ne aveva denunciato prima la sparizione assieme ai tre figli maschi piccoli e poi l'arruolamento nelle milizie dell'Isis. Anche Brignoli e Koraichi, latitanti, erano destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Manuela Cannavale e richiesta dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dai pm Francesco Cajani ed Enrico Pavone. A quanto si e' appreso, nel corso delle indagini sarebbe emerso nuovo materiale probatorio a carico degli indagati oltre a quello che aveva portato agli arresti, tra cui alcuni video.

Nelle perquisizioni seguite al suo arresto nell'aprile scorso, gli investigatori hanno trovato nell'abitazione di Abderrahim Moutaharrik un "pugnale da combattimento" simile a quello usato nelle esecuzioni effettuate dagli uomini del califfato. Il nuovo presunto elemento di prova a carico del giovane campione di boxe thailandese accusato di legami con l'Isis emerge da un'annotazione delle forze dell'ordine agli atti della Procura che ha chiesto il processo col rito immediato per l'atleta e altre tre persone. "Di particolare interesse - si legge nella nota della Digos datata 8 settembre 2016 - e' stato anche il ritrovamento di un 'pugnale da combattimento', custodito nell'apposita custodia ed occultato chiaramente all'interno di uno zaino posto sotto il materasso nell'apposito vano del letto; l'arma bianca, in eccellente stato di conservazione e atta all'uso, e' simile a quella brandeggiata da un miliziano del califfato, in prossimita' del collo di una persona condannata come 'traditore dello stato isalmico' e decapitata che si rileva in un filmato rinvenuto registrato e memorizzato all'interno del Samsung di Moutaharrik ed inviatogli attraverso la piattaforma 'Telegram' da un anonimo interlocutore".

A casa di Abderraim Moutaharrik e della moglie Selma, la coppia residente a Lecco arrestata per terrorismo, gli investigatori hanno trovato anche un'agendina "di colore beige in cui risulta vergato a mano l'intero poema - bomba" che sarebbe stato inviato da un anonimo sceicco al pugile via whattsap. "E' interessante - si legge in una nota della Digos - che questo 'poema' inizia proprio con l'invito a colpire il nemico attraverso lo sgozzamento, quindi attraverso l'uso del coltello, lo stesso rinvenuto a casa di Moutaharrik celato all'interno dello zaino posto sotto il letto matrimoniale". "Colpisci! Dalle tue palme eruttano scintille e sgozza! - e' l'incipit del poema - che col coltello e' attesa la gloria. Fai esplodere la tua cintura nelle folle gridando 'Allah Akbar!'". Sempre nell'abitazione della coppia sono spuntati "i progetti cartacei manoscritti e presumibilmente realizzati a due mani dalla coppia e finalizzati alla successiva realizzazione della casacca di colore nero riportante le scritte riconducibile all'Isis indossata da Moutaharrik stesso in numerosi combattimenti e anche ostentata sul proprio profilo Fb".

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