Terrorismo, pm Milano: foto e manuali tra le prove contro Fatima
Ecco la prima 'foreign fighter' italiana finita a processo
Foto, documenti, un manuale sulla cosiddetta 'hijra', la migrazione in Siria per unirsi ai miliziani del Califfato, scaricato su uno dei pc sequestrati dalla Digos nel corso degli arresti, e quello diffuso sul web dal titolo "Lo Stato islamico, una realta' che ti vuole comunicare". Sono alcune delle richieste di prova presentate dal procuratore aggiunto Piero Forno e dal pm Maurizio Romanelli nel processo che si e' aperto oggi nell'aula bunker in piazza Filangieri a Milano sulla vicenda di Maria Giulia 'Fatima' Sergio, la prima 'foreign fighter' italiana finita a processo e che si troverebbe in Siria a combattere.
I rappresentanti della pubblica accusa hanno inoltre chiesto di acquisire tra le prove 160 conversazioni telefoniche e telematiche delle quali 85 in italiano, 28 in arabo 45 in albanese, una in francese e una in parte in arabo e in parte in russo. Le difese hanno 'risposto' chiedendo la nullita' del decreto di latitanza e di tutti gli atti successivi sostenendo che non c'e' prova che gli imputati fossero a conoscenza delle accuse che gli sono mosse.
Eccezione respinta dai giudici della Corte d'Assise davanti alla quale sono imputati per terrorismo internazionale oltre a 'Fatima', tra gli altri, anche il marito albanese Aldo Kobuzi e il padre Sergio Sergio, ai domiciliari. Tra gli elementi che certificherebbero la consapevolezza degli imputati figurerebbero anche, secondo la Corte, due interviste rese dalla stessa Fatima al sito corriere.it. Il processo riprendera' il 4 maggio. Nell'ambito del procedimento, e' gia' stata condannata la sorella di 'Fatima', Marianna, a 4 anni e 4 mesi in abbreviato.