Milano
Terrorismo/Touil, ritorno a casa dopo l'archiviazione: "Automa terrorizzato"
Una crostata di mirtilli per festeggiare il ritorno a casa del figlio, al termine di un incubo durato oltre cinque mesi. Mamma Fatima ricopre di attenzioni e di affetto Abdelmajid Touil, il 22enne marocchino che nella serata di venerdì 30 ottobre ha fatto ritorno nella sua abitazione di via Pitagora, Gaggiano, dopo essere stato liberato dal carcere di Opera in cui si trovava dal 19 maggio scorso, da quando era scattato l'arresto con la terribile accusa, proveniente da Tunisi, di essere coinvolto nella strage al Museo del Bardo del 18 marzo, in cui persero la vita 24 persone. L'esperienza del carcere ha devastato il giovane, lo sguardo spaurito perso nel vuoto, la bocca serrata, il corpo dimagrito e piegato su sé stesso. “Un automa terrorizzato da chi gli sta attorno”, lo ha definito il suo legale Guido Savio.
Mamma Fatima spera di riuscire a lasciarsi tutto questo alle spalle e, pochi giorni dopo essere andata a recuperare il figlio al Cie di Torino dove era stato trasferito, è ancora colma di gioia e di gratitudine: “Ringraziamo l'Italia per avere fatto venire fuori la verità”. Una verità che sembrerebbe scagionare il ragazzo dalla terribile accusa di essere coinvolto nell'attentato come invece sostenuto dalle autorità tunisine che, in caso l'Italia avesse dato il nulla osta all'estradizione, avrebbe potuto disporre della vita di Touil.
Ma la Procura italiana ha accertato che, dal giorno del suo arrivo a bordo di un barcone nel nostro Paese il 17 febbraio, Touil non ha mai fatto ritorno in Tunisia. E se dalla sua sim sono partite telefonate a persone sospette, tali interlocutori erano stati contattati nelle loro vesti di scafisti e non di estremisti islamici. Da qui l'archiviazione e la scarcerazione del ragazzo. Condotto tuttavia immediatamente al Cie di Torino in quanto irregolare sul nostro territorio. La famiglia si è già attivata per il riconoscimento dell'asilo politico, per scongiurare il pericolo dell'espulsione in Marocco e il rischio di essere consegnato alle autorità tunisine.