"Haye": migranti di ieri e di oggi in scena a Reggio Emilia con Ied Milano
Lo spettacolo teatrale prodotto con la collaborazione produttiva della Scuola di Arti Visive di IED Milano
Un tema quanto mai contemporaneo e al tempo stesso antico - la migrazione di massa dall’Africa all’Europa – per un allestimento teatrale in prima assoluta: è l’opera in musica “Haye": Le parole, la notte, (Teatro Ariosto di Reggio Emilia il 29 settembre e l’1ottobre) produzione della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia/Festival Aperto in collaborazione produttiva con la Scuola di Arti Visive di IED Milano e Istituto Luce Cinecittà.
«In tigrino, lingua diffusa tra Etiopia ed Eritrea, ‘Haye’ significa ‘Avanti’– racconta l’autore delle musiche Mauro Montalbetti (la regia è invece di Alina Marazza) - e riassume in una parola la filosofia di sopravvivenza del migrante: andare sempre avanti, mai tornare indietro. Il tema dell’opera è infatti quello delle migrazioni,» fenomeno del nostro tempo «troppo spesso raccontato unicamente come tragico evento dai contemporanei mass media occidentali.» L’intento di Montalbetti è invece diverso: «L’opera intreccia più storie, attraverso una drammaturgia non lineare, con scatti temporali», incluso il nostro passato italiano di emigranti, «che cambia continuamente il punto di vista sul problema, scoprendone i lati più umani e poetici.»
Nel libretto, di Alessandro Leogrande, i cantanti, l’attore e le comparse raccontano uno dei tanti viaggi e in particolare la loro traversata con drammatico epilogo: il naufragio da cui pochi si salvano. La scena, realizzata da Angelo Linzalata, che cura anche costumi e luci, evoca i luoghi reali vissuti dai migranti in viaggio. Il racconto si colloca a tratti in una dimensione onirica in cui le figure sono i fantasmi dei naufraghi che dialogano con i sopravvissuti, e a tratti invece prende la forma concreta del racconto-testimonianza con una messinscena che prevede un’importante presenza di proiezioni video (Alina Marazzi è regista cinematografica) come parte integrante della drammaturgia. Che punta, in sostanza, sull’approccio installativo, in cui «le immagini sono proiettate su schermi integrati alle scene e in alcuni passaggi i corpi dei cantanti e dell’attore entrano a far parte della proiezione stessa», specifica la regista. I contributi video in scena diventano quindi “personaggio” «che dialoga con i corpi e le voci dei cantanti e dell’attore».
È proprio sul ruolo portante del contributo video che entra in gioco la collaborazione produttiva con l’Istituto Europeo di Design IED Milano che ha impegnato nel progetto un gruppo di studenti del corso di video e sound design, scuola di Arti Visive (coordinati dai docenti Davide Sgalippa, Paolo Solcia, Martina Rocchi, Guido Rizzone e Enrico Carucci) e messo a disposizione aule, attrezzature e competenze per la produzione delle immagini e l’’esecuzione video dal vivo durante tutte le rappresentazioni.
Un lavoro lungo mesi e a più livelli per la realizzazione dei video presenti nello spettacolo (dalle riprese, al montaggio dei contributi storici fino alla post produzione) a stretto contatto con Alina Marazzi, utilizzando materiale del fotografo Giulio Piscitelli, del repertorio storico dell'Archivio dell’Istituto Luce, di quello - con alcuni inediti - dell'Archivio audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico di Roma AAMOD e quello, reso possibile anche dalla collaborazione con l’associazionismo presente sul territorio di Reggio Emilia, che porta sullo schermo storie individuali che potrebbero appartenere a tanti migranti. Infine vengono riprese in diretta alcune azioni sul palco e ritrasmesse, come se si trattasse di una telecamera di sorveglianza a circuito chiuso in un luogo di contenzione.
L’appuntamento con "Haye": Le parole la notte è dunque al Teatro Ariosto di Reggio Emilia, venerdì 29 settembre 2017 ore 20.30 e domenica 1 ottobre 2017 ore 18.00. In scena gli interpreti Cristina Zavalloni, Elizangela Torricelli, Gabriele Mari, Alessandro Albertin. Ensemble strumentale della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Quartetto Mirus, Zero Vocal Ensemble (direttore Francesco Bossaglia).