«Siate dei problem solver. Cercare di risolvere anzitutto i problemi pratici della vostra vita. Trovate - ispirandovi a chi vi circonda - un nuovo punto di vista su ciò che vi causa frustrazione. Cercate in sostanza il Duck Tape (nastro adesivo) nella vostra vita per reinterpretarlo in maniera differente e migliore».
Così il co-fondatore di Airbnb, Joe Gebbia, ai giovani e futuri creativi e designer a margine della sua lectio magistralis presso l’Istituto Europeo di Design di Milano, quale special guest del ciclo di incontri IED Square, dove è intervenuto con un coinvolgente talk intitolato proprio The "duct tape" design solution that is Airbnb”.
«Il design viene sicuramente dalla passione, quindi è vostro compito trovare quel qualcosa che accenda la passione in voi e da cui attingere sempre in futuro. Solo così potrete essere veramente creativi».
(foto Giulia Torra)
Ma non solo passione, per Gebbia, tra gli ingredienti fondamentali per pensare e agire da designer: «è fondamentale raggiungere un forte livello di empatia con le persone cui si progetta, così da capire ciò che è veramente basilare per la loro esperienza di utenti», afferma. Il suggerimento è quello di osservare il mondo proprio attraverso gli occhi della gente per cui si è chiamati a creare, combinando questa osservazione con il proprio punto di vista di designer: «questo, per me, sta alla base della nascita di idee veramente creative»
Studente di design negli States - proprio come l’ampia ed entusiasta audience di giovani incontrati in IED Milano - Gebbia è stato fortemente ispirato dall’invenzione del nastro adesivo: una risposta concreta e brillante a uno specifico problema. Grazie alla sua versatilità, il nastro adesivo è sia un segno che c’è qualcosa di rotto da riparare, sia un’enorme opportunità per migliorarlo, che si tratti di un sistema, di un prodotto o di un servizio. «I designer hanno il privilegio e la responsabilità di poter essere dei sognatori e di immaginare cose che non esistono nel mondo. Questa è la responsabilità che abbiamo ogniqualvolta vediamo il nastro adesivo: poter rendere qualcosa migliore.
La stessa Airbnb nasce nel 2007 proprio dalla ricerca di una soluzione pratica a una esigenza, in chiave migliorativa: offrire un posto letto o parte della propria casa come alloggio in situazioni di mancanza di disponibilità negli hotel o di budget limitato. Un’opportunità di business, ma anche di solidarietà: è il caso degli sfollati da catastrofi naturali o dei rifugiati, ai quali Airbnb ha dedicato un’apposita campagna sperimentale, Open Homes.
Alla base di tutto, quella sharing economy di cui oggi si parla tanto e che si regge su un «sistema di fiducia inesistente soltanto fino a poco tempo fa».