Milano

Treno deragliato, interrogati gli operai. La Procura indaga anche Rfi

Gli operai Rfi indagati dalla procura di Lodi ribadiscono di aver fatto i lavori di manutenzione senza aver commesso errori

Treno deragliato, interrogati gli operai: lo scambio era in posizione corretta

I consulenti nominati dalla Procura di Lodi, per far luce sul deragliamento del treno Frecciarossa che ha causato la morte di due ferrovieri, riceveranno l'incarico "formale" lunedi' 10 febbraio. A comunicarlo e' la stessa Procura in una nota. Gli accertamenti "verranno svolti con la massima celerita' possibile, al fine di consentire il piu' celere sgombero dei vagoni coinvolti nell'incidente ed il ripristino del tratto di linea interessato dal deragliamento".

Nel frattempo i 5 dipendenti di Rfi indagati nell'ambito dell'inchiesta sul treno deragliato vicino a Lodi sono interrogati dalla Polfer. Sono accusati di disastro ferroviario, omicidio e lesioni, tutti a titolo colposo. Al centro delle accuse uno scambio che potrebbe essere rimasto in posizione errata dopo i lavori di manutenzione. Agli indagati è stato chiesto di ricostruire tutte le mansioni svolte la notte dell'incidente, operazioni manuali che vengono comunque svolte seguendo rigidi protocolli, così come di spiegare la catena di comando che ha portato a comunicare alla centrale di Bologna lo stato dello scambio che avrebbe provocato l'incidente. Gli operai hanno smesso di lavorare circa un'ora prima dell'incidente, lasciandolo dritto - secondo quanto sostenuto quando sono stati sentiti come testimoni - e fuori dal sistema automatizzando, non essendo riusciti a risolvere il guasto. E l'attività di manutenzione fatta "in modo non adeguato" che ha fatto scattare l'iscrizione nel registro degli indagati, considerato dalla procura di Lodi un "atto necessario per lo svolgimento, in forma garantita, degli accertamenti tecnici irripetibili". I consulenti incaricati dalla procura dovranno accertare la funzionalità dello scambio e dei dispositivi ad esso collegati. Proprio gli accertamenti tecnici, insieme alla ricostruzione della catena delle responsabilità in materia di sicurezza, potrebbero portare a nuovi iscritti nel registro degli indagati.

Operai: scambio in posizione corretta

Sono durati complessivamente quasi dodici ore gli interrogatori dei cinque operai - un caposquadra e quattro dipendenti Rfi - indagati dalla procura di Lodi. Tutti gli indagati, da quanto emerge, hanno risposto alle domande del pm Giulia Aragno e degli investigatori della Polfer che stanno cercando di far luce sui lavori di manutenzione che hanno interessato uno scambio lungo la linea dell'alta velocità a pochi chilometri da Lodi dove è avvenuto il deragliamento. Sentiti negli uffici della Polfer di Piacenza, agli indagati sostengono di aver lasciato lo scambio dritto - così come già sostenuto quando sono stati sentiti come testimoni - e fuori dal sistema automatizzando, non essendo riusciti a risolvere il guasto. Ciascuno degli operai ha provato a chiarire cosa ha fatto quella notte lungo i binari dell'alta velocità, negando le accuse: nessuno sa spiegare perché il deviatoio era in una posizione sbagliata e ha fatto deragliare il treno. L'attività di manutenzione svolta "in modo non adeguato" ha fatto scattare l'iscrizione nel registro degli indagati, considerato dalla procura di Lodi un "atto necessario per lo svolgimento, in forma garantita, degli accertamenti tecnici irripetibili" in primis della funzionalità dello scambio e dei dispositivi collegati. Gli accertamenti tecnici, insieme alla ricostruzione della catena di comando, potrebbero portare a nuovi iscritti nel registro degli indagati. Nella campagna Lodigiana tra i comuni di Ospedaletto e Livraga dove è avvenuto il deragliamento continuano i lavori per preparare il cantiere e far arrivare i mezzi che serviranno a spostare le carrozze del Frecciarossa. Saranno necessari ancora diversi giorni, nessuno si sbilancia dando una data precisa, perché la tratta ferroviaria interessata dall'incidente possa essere riaperta. In base alla ricostruzione degli operai, i lavori di manutenzione sono iniziati intorno alla mezzanotte di giovedì scorso e terminati alle 4.45, senza che il guasto sia stato risolto, per la centrale di Bologna (che controlla il traffico sulla rete riservata ai Frecciarossa) lo scambio viene lasciato 'dritto' e scollegato dal sistema computerizzato, rendendolo 'invisibile'. Ciò su cui sembra esserci convergenza nella ricostruzione è che gli operai avrebbero prima isolato lo scambio dal software di sicurezza e poi sostituito alcune parti meccaniche ed elettroniche che agiscono sull'apertura e la chiusura del deviatoio. 

Treno deragliato, la Procura di Lodi indaga anche Rfi

La Procura di Lodi ha iscritto nel registro degli indagati la societa' Rfi, nell'ambito dell'inchiesta sul deragliamento del treno L'accusa e' di avere violato la legge 231 del 2001 sulla responsabilita' delle societa' per i reati commessi dai dipendenti.

La notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati di Rfi emerge dalla notifica alla societa' degli accertamenti irripetibili che verranno svolti sui resti del treno Frecciarossa. I consulenti della procura che si occuperanno dei lavori di ricostruzione della dinamica dell'incidente sono gli stessi di Pioltello, gli ingegneri Fabrizio D'Errico e Roberto Lucani. La societa' dovra' difendersi dall'accusa di non avere predisposto un'organizzazione adeguata a prevenire eventuali reati commessi dai propri dipendenti. In questo caso, si tratta dei cinque operai indagati per disastro ferroviario, omicidio e lesioni, tutti a titolo colposo, in relazione alla morte dei due macchinisti Giuseppe Cicciu' e Mario Di Cuonzo. Negli interrogatori di sabato, durati fino a tarda notte, hanno spiegato di avere posizionato il deviatoio in linea con la rotta del treno, quindi in modo corretto e precisato che solo due di loro avrebbero lavorato allo scambio. Per la procura di Lodi invece, cosi' sta scritto negli avvisi di garanzia, gli operai "non hanno svolto adeguatamente i lavori di manutenzione".

 







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