Milano

Tribunale dei brevetti, Governo fermo. Milano “teme” Torino. Inside

Il governo ha mostrato di essere molto in ritardo e molto confuso sul da farsi. Sala insiste per inserire subito Milano nella "proposta"

di Fabio Massa

Una riunione - quella tenuta la settimana scorsa sulla proposta di candidare Milano come sede del Tribunale dei brevetti - con poche conclusioni. Ma dalla quale emerge un grande timore. Dopo la Brexit una serie di agenzie internazionali hanno detto addio a Londra, tra queste Milano è stata impegnata a conquistare l’Ema, l’Agenzia del Farmaco, che tuttavia un po’ per l’insipienza del Governo, un po’ per una gestione quantomeno opaca della “finale”, è andata all’altra contendente, Amsterdam. E ora, dopo la sconfitta bruciante di Ema, Milano - più sottotraccia e lavorando di diplomazia - sta provando a conquistare il Tribunale dei brevetti. Un obiettivo di minor pregio, ma sicuramente più contendibile e comunque importante per una città che fa dell’innovazione uno dei suoi fiori all’occhiello

Ovviamente la candidatura è di coordinamento governativo e dunque è Roma che deve avanzarla. A gestire la partita il sottosegretario Ivan Scalfarono che è stato il protagonista del tavolo tenutosi la settimana scorsa. Seduti attorno a questo tavolo, oltre al sindaco Sala, la Camera di Commercio di Milano e il rettore del Politecnico, Ferruccio Resta. Nell’ambito della riunione è emersa tuttavia una criticità, il sindaco Sala avrebbe molto insistito sul fatto che il nome di Milano venisse fin da subito scritto nei documenti ufficiali di candidatura. 

Il governo ha mostrato di essere molto in ritardo e molto confuso sul da farsi, tanto che qualche maligno mormora ad Affaritaliani.it Milano che la vera paura di fondo è che all’ultimo momento invece di Milano i Cinque Stelle possano inserire Torino. Non è un caso che la ministra dell’Innovazione, Paola Pisano, sia un ex assessore della giunta di Chiara Appendino. Da qui il disappunto del sindaco Sala. Da una parte - come scritto da Milano Città Stato - colpito dall’immobilismo del governo, dall’altro insospettito dal fatto che la candidatura di Milano non sia stata ancora messa nero su bianco.

fabio.massa@affaritaliani.it







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