Milano

Truffa allo Stato sull'accoglienza ai migranti: condanne sino a 11 anni

Le sentenze del tribunale di Milano: condannata a 11 anni la 69enne al centro del gruppo accusato di una maxi truffa attraverso quattro onlus

Truffa allo Stato sull'accoglienza ai migranti: condanne sino a 11 anni

E' stata condannata a 11 anni di reclusione Daniela Giaconi, la donna di 69 anni al centro del gruppo accusato di una presunta maxi truffa allo Stato sull'accoglienza dei migranti attraverso quattro onlus ('Volontari senza frontiere', 'Milano Solidale', 'Amici di Madre Teresa' e 'Area solidale'), tutte attive tra Lodi, Pavia e Parma. L'ha deciso il Tribunale di Milano (collegio Marchigiani-Blanda-Burza). Oltre a lei, sono state condannate a pene tra i 4 e 8 anni altre nove persone, imputate, a vario titolo, per associazione per delinquere, truffa allo Stato e autoriciclaggio. A tutti i 10 imputati sono state riconosciute le attenuanti generiche.   

Il pm Gianluca Prisco aveva chiesto di condannare Giaconi, gia' presidente del Consorzio Area Solidale, a 13 anni e mezzo di carcere. I giudici hanno disposto una confisca del profitto del reato pari a quasi 9 milioni di euro e il pagamento di una provvisionale di 200 mila euro nei confronti del ministero dell'Interno, parte civile nel processo. Le motivazioni della sentenza saranno depositate nel termine di 90 giorni. Stando alle indagini dei militari del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Lodi, coordinati dall'allora procuratore aggiunto Ilda Boccasini e dal pm Gianluca Prisco, le onlus sotto accusa avrebbero utilizzato falsi documenti per partecipare ai bandi pubblici con cui avrebbero ottenuto fondi dal Viminale per circa 7,5 milioni di euro, destinati all'accoglienza di centinaia di migranti. Tuttavia, i rappresentanti legali delle onlus al centro dell'inchiesta avrebbero utilizzato per "scopi personali" oltre 4,5 milioni di euro dei circa 7,5 milioni ottenuti illecitamente. Le onlus al centro dell'operazione risultavano essere collegate "a noti pluripregiudicati appartenenti alla 'ndrangheta" e sarebbero state utilizzate per consentire a persone recluse di "accedere ai benefici di legge attraverso l'assunzione presso le predette cooperative". Inoltre, le onlus sarebbero state "sfruttate per fare ottenere a persone recluse, attraverso il rilascio di documentazione falsa, la concessione della misura alternativa alla detenzione da parte del magistrato di sorveglianza".







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