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Turismo delle radici, buona idea ma nulla di fatto

Turismo delle radici, buona idea ma nulla di fatto

Cosa ci attrae delle nostre radici? Perché vogliamo ripercorrere eventi di decenni, o secoli fa? Forse, visto che il passato non c’è più e il futuro non c’è ancora, la spiegazione è che il presente, essendo un istante che unisce due entità che non esistono, è troppo poco per meritare la nostra attenzione! E cerchiamo il senso della nostra presenza al mondo in quello che è successo prima…

La storia degli italiani nel mondo è fatta della somma delle storie delle loro famiglie. Ogni famiglia, presa singolarmente, è un gruppo naturale di persone che si frequentano, almeno all’inizio, non per scelta, ma per casualità genetica. 

In realtà, vista sul piano sociologico, la famiglia è molto di più: è l’elemento costitutivo primario della società, dove si acquisiscono, per assimilazione spontanea, le tradizioni, i valori, e il senso della nostra appartenenza al mondo. L’unità della famiglia permette lo sviluppo del tessuto di relazioni che, tutte insieme costituiscono l’essenza stessa della società. La prima scuola di comunicazione, relazione e socializzazione è la famiglia, con infinite variabili, secondo le latitudini.

Ebbene: guardando dall’alto la storia della popolazione italica, scopriamo che le famiglie italiane hanno fortemente contribuito allo sviluppo socioeconomico e culturale di molte parti del mondo.

Le imponenti migrazioni avvenute da metà dell’800 hanno disseminato nel mondo milioni di famiglie italiane, spesso origini di storie straordinarie: il “Genio italico”, che ha nutrito di bellezza il mondo intero, si è radicato e sviluppato anche grazie alla tenuta delle tradizioni familiari. Ed è curioso notare che la famiglia italica è talvolta più solida all’estero che in Italia: il bisogno di “mutuo soccorso” e il senso di comunità è maggiore in terra straniera che nella terra d’origine, la nostra inimitabile penisola italica. Si calcola che nel mondo gli Italici siano circa 250 milioni! 

Ma chi sono gli Italici? 

Piero Bassetti, nel volume “Svegliamoci Italici”, li descrive come coloro che, per provenienza familiare, diretta o indiretta, o per contagio socioculturale, hanno abbracciato alcune delle “bellezze” italiane, del nostro modo di vivere, di lavorare, di comunicare. Milioni di persone nel mondo accomunati dal gusto per la musica, il cibo, l’architettura, il design, la storia, la moda, il calcio, le auto, etc…

Ed è confortante constatare che le radici di tanta bellezza, di tanto genio, di tanta civilizzazione esistono ancora, sono presenti, vive e riconoscibili, proprio nella terra da cui questo sviluppo ha avuto origine.

Piccoli borghi antichi, ovunque in Italia, dalle Marche alla Puglia, dalla Liguria alla Toscana, dalla Lucania al Triveneto… spesso lontano dalle classiche super-mete-turistiche presenti in ogni guida, fanno assaporare il gusto dell’Italia più autentica, intatta, solidamente tradizionale, così cara a chi, nato all’estero, vuole riscoprire origini, luoghi, tradizioni della sua italicità (*). Ma la nostra gioia si spegne nel constatare l’inerzia diffusa di fronte a tale quantità di giacimenti, solo in pochi casi, su centinaia di enorme interesse, oggetto di iniziative concrete.

Il 2024 è stato consacrato l’anno del Turismo delle Radici. Ma poco di concreto è stato fatto a livello centrale, al di là di classiche (e volatili) comunicazioni istituzionali. Questi percorsi sono oggi praticati da pochi operatori specializzati, che, faticosamente e in proprio, costruiscono itinerari da sogno per le famiglie degli italici all’estero. Ridurre le iniziative istituzionali ad episodiche manifestazioni convegnistiche non contribuisce ad alimentare i volumi delle attività concrete del turismo delle radici. Che sono le radici culturali italiche! E che vanno divulgate e promosse molto più all’estero che in Italia!

Riscoprire queste radici, visitando i luoghi di nascita, le case di origine, le strade calpestate dai nostri antenati in un fantastico viaggio nel passato, lo trasforma in “presente” e dà un senso pieno agli immani sacrifici compiuti dalle generazioni di italiani che oggi costituiscono la grande comunità degli Italici! 

Come? Creando ponti ideali tra gli italici nel mondo, lavorando con le organizzazioni turistiche all’estero, con le numerose “reti” italiche presenti ovunque, associazioni di ogni tipo che possono diffondere localmente questa consapevolezza, raccontando degli infiniti borghi delle storie italiche per far riscoprire storia e radici degli italici di ieri agli Italici di oggi, mantenendole vive per gli italici di domani!

 


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